Alla ricerca di rendimenti in tempi di bassa inflazione
Melman (Edmond de Rothschild): Rimaniamo ottimisti sui mercati azionari con una preferenza per l\'Europa, seguita da Stati Uniti e, in misura minore, dal Giappone
Il mese scorso, abbiamo riflettuto sul significato del messaggio del FOMC nella riunione di marzo, chiedendoci fino a che punto la Fed stesse preparando gli investitori per il primo rialzo dei tassi.
Per noi, questa è stata una questione importante, dato il ruolo ultra accomodante che al politica monetaria statunitense ha continuato a giocare come indicatore sulle valutazioni di mercati azionari e obbligazionari.
Diversi membri della Fed, tra cui il suo presidente, sono cambiati dal primo gennaio e, in un contesto di discussioni feroci, la sua comunicazione è stata più difficile da leggere rispetto al passato.

Tuttavia, sembrerebbe che Janet Yellen sia veramente preoccupata per la bassa inflazione globale.
Di conseguenza, i tempi di rialzo del primo tasso di interesse, previsto per la metà del 2015, ora sembrano più subordinati ai dati futuri rispetto a prima.
La percezione che la stretta monetaria non sia ancora un affare chiuso, ha quindi ridotto significativamente le preoccupazioni degli investitori su tassi più elevati.
Allo stesso tempo, un taglio del tasso da parte della BCE è ancora un argomento valido.
In primo luogo, l\'inflazione ha continuato a calare nella zona euro e il rimbalzo atteso nel mese di aprile dallo 0,5% allo 0,7% su base annua, era in realtà meno di quanto stimato.
In secondo luogo, il ripiego del surplus di liquidità bancaria, a causa di massicci rimborsi LTRO, ha iniziato a creare tensione sui tassi overnight (EONIA).