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18/10/2023

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Mario Alessandra (Mindwork): necessario portare la cultura del benessere psicologico nelle aziende

Un servizio fondamentale che nel 67% delle organizzazioni italiane non è ancora presente. Eppure è essenziale per garantire produttività, trattenere i dipendenti e in chiave di talent attraction

La condizione psicologica dei lavoratori italiani è preoccupante. Il 58% delle persone che sperimenta malessere psicologico nella propria vita personale, vive la stessa condizione anche a lavoro e viceversa. In particolare, 1 persona su 2 dichiara di soffrire di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro. Il 76% dei lavoratori e delle lavoratrici italiane ha sperimentato almeno un sintomo di burnout (sensazione di sfinimento, calo dell'efficienza lavorativa, aumento del distacco mentale, cinismo rispetto al lavoro), e a una persona su 5 è stato diagnosticato. Questo quanto emerge dalla ricerca BVA Doxa commissionata da Mindwork, prima società italiana per la consulenza psicologica online in ambito aziendale. Ne abbiamo parlato con Mario Alessandra, Founder e CEO Mindwork.

Su cosa e come opera la vostra azienda?


Mindwork nasce nel 2019 con l'obiettivo di portare la cultura del benessere psicologico all'interno dei contesti lavorativi, quindi fare rimozione dello stigma, fare tante attività di divulgazione e di sensibilizzazione.

Nel concreto lavoriamo su tre pilastri.
Il primo è quello dell'ascolto, quindi forniamo alle aziende clienti uno sportello d'ascolto, una piattaforma di supporto psicologico prevalentemente in videochiamata, ma facciamo anche supporto dal vivo in loco tramite la quale mettiamo a disposizione psicologhe e psicologi psicoterapeuti altamente qualificati selezionati da noi e formati da noi. Quindi quello che veicoliamo alle aziende è un team di professionisti di qualità con cui le persone si possono mettere in contatto in termini di miglioramento personale con maggior conoscenza di sé stessi o di richiesta di aiuto per eventuale malessere.
Il secondo pilastro è quello della psicoeducazione, che si può definire come a metà tra formazione e divulgazione.
E' una modalità di formazione molto interattiva con la quale veicoliamo contenuti per il miglioramento del benessere psicologico delle persone. Lo facciamo tramite webinar o anche dal vivo, si rivolge a tutte le persone in azienda o dei cluster specifici, come può essere per esempio una tematica molto sentita, soprattutto nell'ultimo anno, che è quella della leadership.

Formiamo le persone che gestiscono altre persone perché abbiamo compreso, e le aziende si sono rese conto, che avere dei leader a misura di benessere psicologico aiuta a trattenere i talenti migliori.
L'ultimo pilastro è quello della comunicazione interna e comunicazione esterna. Comunicazione interna significa andare a lavorare quattro mani con la funzione HR per posizionare l'investimento che l'azienda ha fatto. Noi lo posizioniamo sempre in termini di benessere e di cura della persona e mai di malessere. Questo ci ha aiutato nel tempo a far percepire da parte delle persone un servizio e un senso di cura da parte dell'azienda, che fa sì che poi il tasso di utilizzo del nostro servizio all'interno dei contesti lavorativi sia fino a sei volte più alto rispetto a quello che è la media di mercato. Comunicazione esterna perché facciamo tutta una serie di iniziative di comunicazione in partnership appunto con le aziende che hanno necessità di posizionarsi come aziende attente alla tematica del benessere psicologico, sempre in ottica di "talent attraction". Ne cito due. Abbiamo fatto l'evento della Giornata Mondiale della Salute Mentale il 10 ottobre in Triennale Milano, dove ci sono stati HR Director, C-level, Sustainability Manager e CEO che hanno parlato della tematica del benessere psicologico proprio a partire dai dati del nostro osservatorio con BVA Doxa che adesso è alla è alla quarta edizione.


L'altra iniziativa che mi che mi piace citare è un podcast si chiama Troppo poco che facciamo in partnership con Will Media, quindi Chora Media, che è stato dalla seconda puntata nella Top 10 dei podcast più ascoltati in Italia e parla appunto di salute mentale al lavoro e si rivolge proprio alla generazione Z su questa di questa tematica.

Dalla ricerca emerge che nove lavoratori su 10 chiedono il servizio per il benessere psicologico. Un dato importante.


Ne cito anche un altro, quello del dropout lavorativo cioè persone che si dimettono dal proprio lavoro. Dato che rileviamo da 3 anni assolutamente sempre in crescita. Quest'anno il 53% delle persone dichiara di aver lasciato il proprio lavoro per motivi di malessere psicologico. Ciò significa che le aziende hanno necessità di affrontare il tema. Questo perché quando le persone si dimettono c'è una perdita rilevante in termini di effort economico da parte dell'azienda in termini di formazione di tempo ed energie dedicate a quei lavoratori.

Il disallineamento della leadership. Leader e dipendenti hanno due visioni diverse


Sicuramente sono venuti fuori dei dati molto polarizzati rispetto alla l'autopercezione da parte della leadership su delle variabili che sono state misurate da BVA Doxa e che fanno riferimento che afferiscono al nostro modello di leadership.


Noi proponiamo alle aziende un modello di leadership innovativo, basato sul perno relazionale della sicurezza psicologica, autoconsapevolezza e senso del limite. Queste sono state sono variabili che sono state misurate su un campione rappresentativo della popolazione italiana e dei lavoratori delle lavoratrici, ed è venuto fuori questo disallineamento rispetto a come i leader percepiscono di essere bravi o meno su quelle variabili e come le persone invece valutano i propri responsabili. Qui viene facile la battuta rispetto a "lascio il capo non il leader", perché probabilmente c'è questo disallineamento che a livello numerico sui dati di BVA Doxa sono tra 20 e 40 punti percentuali rispetto a come si contestualizzano i leader all'interno dell'azienda.

Welfare più in generale: come cambia e quali ritorni hanno le aziende


Sicuramente negli ultimi anni, parlo degli ultimi 2-3 anni, abbiamo visto una grande evoluzione in ambito welfare. Sono cambiate anche le figure responsabili all'interno dell'azienda, da Welfare Manager a Wellbeing Manager. Quindi ci sono delle figure dedicate con budget specifici su determinati servizi, qualcuno lo chiama Welfare Nobile, cioè i servizi veri e propri dedicati alla cura della persona.


Si è passati da attivare una piattaforma di welfare con enne servizi e poi sceglie la persona, a io azienda mi prendo cura della persona e delle tematiche più rilevanti per lavoratori e lavoratrici. Il caso del benessere psicologico rientra proprio in quella categoria.

Quali sono i costi e quali i principali benefit fiscali per un'azienda per questo nuovo welfare?


Gli incentivi dal punto di vista economico sono principalmente due. Uno prettamente fiscale: se questo tipo di iniziative vengono inserite all'interno di una trattativa sindacale e sono frutto di un accordo, e il lavoratore univocamente non può tornare indietro da quello, allora quell'investimento che l'azienda ha fatto diventa deducibile al 100% fiscalmente come costo del lavoro.
L'altro incentivo è dal punto di vista del miglioramento del profilo ESG. Queste attività di benessere psicologico afferiscono a quello che si chiama "Salute e sicurezza sul lavoro", e a monte diciamo che quello è l'impatto sociale dell'azienda, quindi la famosa S dell'ESG. Quindi queste attività possono essere inserite nella dichiarazione di sostenibilità.


Questo contribuisce al miglioramento del profilo ESG dell'azienda in termini, se posso aggiungere, più allargati. Chiaramente questo tipo di investimento sul benessere psicologico impatta sul miglioramento della produttività, riduzione dell'assenteismo e minor turnover, quindi capacità maggiore di trattenere i talenti.

Come cambia il rapporto lavoratore-azienda? Si passa da ore di lavoro per stipendio a produttività per stipendio?


Diciamo che è un paradigma che è completamente cambiato con il Covid. Ci ha fatto scoprire che si può lavorare per obiettivi e quindi diventa sempre più importante per le organizzazioni saper responsabilizzare le persone da una parte, ma dall'altra avere dei manager che siano capaci di gestirle, basando e valutando il contributo delle persone in base agli obiettivi e non alle ore dedicate sul posto di lavoro. Anche e soprattutto in remoto.

Infine c'è il tema della sostenibilità.


Quello che viene fuori dalla ricerca BVA Doxa è un po' il tema della grande opportunità che oggi hanno le aziende. Le organizzazioni hanno la grande opportunità in un momento di poli-crisi per cui c'è stata appunto la pandemia, la guerra, l'inflazione e il clima.


Sul climate change hanno l'opportunità di fare qualcosa per le loro persone. Queste, nel momento in cui vedono ricevere qualcosa a livello di contributo da parte dell'azienda, sicuramente nel lungo periodo saranno riconoscenti. Quindi in termini di attività che può fare l'azienda è una grande opportunità perché si può fare qualcosa che è sicuramente etico, ma allo stesso tempo ha un grande impatto economico sulla redditività dell'azienda stessa.  


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