11/10/2023

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L'unicorno italiano ha deciso di investire in un mercato che sembrava inattaccabile, con idee dirompenti

Avevamo intervistato nel 2015 Alberto Dalmasso, CEO e Co-founder di Satispay, perché quella che all'epoca era una semplice startup aveva una promessa: rivoluzionare i pagamenti attraverso gli smartphone. Senza carte, commissioni basse, grandi vantaggi per tutti. Dopo 8 anni, lo ritroviamo con una nuova sfida, un'azienda che è oggi un unicorno, è tanta voglia di cambiare il mondo.

Satispay si è sempre caratterizzata da una visione molto precisa: innovazione di sistema. Oggi a che punto siamo?

L'idea alla base di Satispay è nata circa dieci anni fa. Quando abbiamo lanciato il nostro servizio, ci siamo resi conto che il settore dei pagamenti aveva bisogno di una rivoluzione. Oltre ai pagamenti, abbiamo realizzato che c'era un altro settore che aveva bisogno di una svolta, ovvero quello dei buoni pasto. Abbiamo notato che molti esercenti, soprattutto nel settore della ristorazione, si lamentavano delle commissioni elevate che dovevano pagare, spesso intorno al 15%.

Quindi avete deciso di entrare anche nel settore dei buoni pasto?

Esattamente. Abbiamo deciso di creare un buono pasto equo, senza costi aggiuntivi rispetto ai 20 centesimi spesso richiesti per i buoni pasto da 10 euro. Questo buono pasto è utilizzabile presso oltre 70.000 esercenti affiliati a Satispay nel settore della ristorazione. Volevamo offrire un'alternativa vantaggiosa per gli esercenti.

E come pensate di competere in questo mercato?

Partiamo con una marcia in più grazie alla nostra base di utenti e alla nostra disponibilità a investire. Con oltre 4 milioni di utenti e 300.000 esercenti affiliati, abbiamo la possibilità di entrare nel mercato dei buoni pasto, che conta solo 4 milioni di lavoratori, ma potenzialmente potrebbe coinvolgere 19 milioni di italiani. C'è un'enorme opportunità di crescita, soprattutto tra le piccole e medie imprese e le partite IVA.



Quali sono i vostri obiettivi a breve e lungo termine in questo settore?

Nel breve termine, prevediamo che il 10% del nostro fatturato provenga da questo settore in meno di due anni.

Nel lungo termine, miriamo a diventare il punto di riferimento con una quota di mercato del 30% entro cinque anni.

Oltre ai buoni pasto, Satispay sta introducendo altre novità?

Sì, stiamo costantemente cercando di espandere i nostri servizi. Recentemente abbiamo introdotto pagamenti per la pubblica amministrazione, bollettini, ricariche telefoniche e altri servizi. Vogliamo semplificare la vita dei consumatori offrendo loro un'ampia gamma di opzioni di pagamento.

Qual è il vostro segreto per il successo?

Credo che la forza del nostro modello di pagamento sia fondamentale. Satispay si differenzia dal modello tradizionale delle carte, dove i network di pagamento sono gestiti dalle banche. Satispay è un attore unico in contatto diretto con consumatori ed esercenti, il che ci consente di offrire nuovi servizi in modo più efficace.

Quali consigli potrebbe dare a chi sta cercando di creare una startup?

La crescita è una grande opportunità, ma richiede impegno e adattamento costante.

Bisogna essere pronti a imparare ogni giorno e a essere flessibili di fronte ai cambiamenti del mercato. Inoltre, è importante creare un team solido e dedicato. La passione e l'entusiasmo sono essenziali per affrontare le sfide e crescere con successo.

Si era immaginato questo percorso di Satispay quando avete iniziato?

Satispay è un qualcosa che abbiamo creato con l'ambizione di renderla enorme. Certo ero inconsapevole di tante difficoltà che avremmo incontrato, ci immaginavamo di arrivare a crescere più in fretta, ma queste hanno fatto sì che i piani iniziali dei milioni di utenti hanno richiesto molto tempo per essere raggiunti. In pratica, abbiamo sovrastimato quello che avremmo potuto fare in dieci anni e sottostimato quello che andremo a fare nei prossimi vent'anni.