I dati: di chi sono? Quanti sono? Dove si trovano?
Jolivet (Citrix): il GDPR farà molto di più che rafforzare i diritti relativi alla privacy. Le sfide che le aziende italiano devono affrontare con l'entrata in vigore della nuova legge
Un enorme afflusso giornaliero di dati personali, la loro dispersione in diversi sistemi di archiviazione e l'incertezza sulla loro effettiva proprietà sono i tre principali problemi che le aziende italiane devono affrontare quando si parla di conformità al GDPR (General Data Protection Regulation). E' quanto emerge da una nuova ricerca commissionata da Citrix e realizzata da OnePoll che ha intervistato 500 addetti IT con responsabilità decisionali in altrettante aziende italiane, di tutte le dimensioni.
Dispersione dei dati
Secondo la ricerca, le aziende italiane intervistate stanno affrontando un'importante sfida per quanto riguarda il controllo di enormi quantità di dati presenti su sistemi diversi. Mentre le aziende medio grandi intervistate utilizzano infatti in media 25 diversi sistemi per gestire e archiviare i dati personali, il 17% del campione ne usa addirittura più di 40.

Inoltre, quasi il 57% condivide i dati personali dei clienti con una media di circa 36 altre aziende, contribuendo così alla loro ulteriore dispersione. La maggioranza (in media oltre l'80%) pensa di avere il pieno controllo di questi dati condivisi, mentre il 10% ammette di perdere almeno un grado di controllo una volta che i dati sono stati condivisi.
Sovraccarico di informazioni
In media, le aziende italiane intervistate raccolgono i dati personali di oltre 500 persone al giorno, con quelle al di sopra dei 1000 dipendenti (il 18% del campione) che arrivano a oltre 700, creando così un enorme afflusso di dati che devono poi essere archiviati e gestiti.
Circa il 70% delle aziende intervistate ammette di archiviare i dati personali per un periodo di tempo di oltre un anno, mentre il 18% addirittura per più di 10 anni e il 5% afferma addirittura di non utilizzare nessuno dei dati personali archiviati.
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