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11/10/2017

economia

Investitori italiani in conflitto tra profitto e protezione dal rischio

Bottillo (Natixis Global AM): secondo la nostra survey, la consulenza in materia di investimento e la fiducia sono la chiave per conciliare entrambe le necessità

La maggior parte degli investitori italiani si sente finanziariamente tranquillo, e anche sufficientemente incoraggiati ad assumere ulteriori rischi di investimento, grazie agli alti guadagni dei mercati azionari. Tuttavia, i massimi storici del mercato e la calma dell'ultimo anno non riescono a placare del tutto il timore di perdite. Meno della metà (37%) degli investitori a livello globale hanno totale fiducia in se stessi nel prendere decisioni di investimento e, sebbene la maggioranza ammetta di aver bisogno di aiuto, sono incerti su chi affidarsi. È interessante notare come un elevato numero di investitori italiani (94%) dichiara di avere nel complesso fiducia nei propri consulenti finanziari e che seguirebbe l'attuale professionista qualora dovesse spostarsi in un'altra società (59%). E' quanto emerge dalla Global Individual Investor Survey di Natixis Global Asset Management.
Gli investitori italiani affermano di privilegiare la sicurezza del proprio patrimonio piuttosto che la performance (79%), mostrando una crescente fiducia negli investimenti di lungo termine. Tuttavia non vogliono rinunciare ai guadagni: essi dichiarano infatti di aver bisogno di un rendimento annuo reale medio (sopra l'inflazione) dell'8,2%.

"Sebbene questo riveli vi siano alcune incongruenze nella costruzione dei portafogli che devono ancora essere affrontate, fattori quali gli investimenti a lungo termine e una consulenza affidabile sono sempre più apprezzati dagli investitori italiani. È un passo importante per ottenere risultati a lungo termine, superando le pressioni di mercato di breve termine" commenta Antonio Bottillo, Managing Director di Natixis Global Asset Management Italy.

Un nuovo investimento di valore: strategie alternative e soluzioni ESG stanno guadagnando interesse

Tra le sfide da affrontare gli investitori italiani indicano la gestione del rischio e la necessità di ottenere rendimenti al di fuori dei mercati tradizionali, con il 66% (contro il 59% a livello globale) degli investitori che dichiara come sia fondamentale investire in strategie alternative per ridurre il rischio di investimento.
Tuttavia, vi è un po' di confusione su questo tipo di strategie, a dimostrazione che l'industria del risparmio gestito non è stata in grado di illustrarle al meglio. Il 62% degli investitori italiani sostiene che i propri consulenti finanziari hanno parlato loro di investimenti alternativi, sempre il 62% ritiene che questi siano più rischiosi rispetto alle asset class tradizionali (il 66% a livello globale) e il 58% pensa che gli investimenti alternativi siano troppo complicati per investirvi (contro il 60% a livello globale).


"E' nostro compito di gestori di operare affianco ai professionisti e di fornire agli investitori tutto il supporto necessario affinché siano in grado di prendere decisioni di investimento oculate. Un'educazione supplementare e una consulenza sugli investimenti alternativi sono fondamentali, in quanto queste strategie possono giocare un ruolo importante in un portafoglio per migliorare la diversificazione e le performance nel lungo periodo", spiega Bottillo.
Entrando nel dettaglio dei cambiamenti che si sono registrati nella costruzione del portafoglio, l'indagine mostra un crescente interesse nei confronti dei fattori ESG. Un elevato numero di investitori infatti vede un legame tra gli investimenti e i loro ideali. L'81% degli italiani desiderano che i propri investimenti riflettano determinati valori personali. Il 79% sostiene l'importanza di investire in società che siano gestite in modo etico e il 77% ritiene rilevante sapere che il proprio investimento sia legato alla sostenibilità.
"Una convinzione che può essere difficile da razionalizzare per quegli investitori che si affidano unicamente ai tradizionali fondi indice poichè, proprio per il fatto di essere investimenti passivi, non danno la possibilità di investire unicamente in aziende che riflettano i valori personali degli investitori.


I fondi specializzati in ESG gestiti attivamente offrono invece agli investitori l'opportunità di iniziare ad affrontare tali tematiche nell'ambito degli investimenti", prosegue Bottillo. La view degli investitori sull'industria del risparmio gestito: una salutare dose di scetticismo

In generale, nei confronti dell'industria del risparmio gestito gli investitori continuano a provare sentimenti contrastanti, esprimendo un certo scetticismo sulla capacità dei gestori di aiutarli a raggiungere i propri obiettivi finanziari. Solo il 54% ritiene che i gestori offrano un buon rapporto qualità/prezzo, ma necessitano di maggiori garanzie sul fatto che le aziende che gestiscono i loro patrimoni operino nel miglior interesse degli investitori. Il 59% ritiene anche che queste società preferiscano ottenere risultati di breve termine indipendentemente dagli obiettivi di lungo termine degli investitori e solo il 50% crede che le società non siano all'avanguardia per poter superare i limiti dei loro prodotti. Questo scetticismo è riconducibile ai closet trackers, ovvero quelle società che applicano commissioni di gestione attiva, ma offrono un basso rapporto qualità/prezzo offrendo rendimenti legati ai benchmark che potrebbero essere ottenuti con fondi passivi che hanno basse commissioni di gestione.


Il 65% degli investitori italiani si aspetta che i fondi comuni acquistati abbia un portafoglio titoli che sia differente dal mercato. I gestori che perdono di vista questo obiettivo importante riducono la fiducia degli investitori sull'industria tanto che il 68%, ritiene che diversi gestori attivi richieda fee elevati offrendo solo performance che non si discostano dai benchmark.
"L'industria del risparmio gestito deve mantenere le proprie promesse ogni giorno. Per noi questo significa essere un gestore attivo a livello globale. Porre al primo posto gli interessi degli investitori, comprendere le loro sfide e i loro obiettivi e assicurarsi di offrire loro soluzioni di investimento attive adatte alle loro specifiche esigenze sono ciò per cui operiamo", commenta Bottillo.
Questa visione degli investitori privati è in contrapposizione con risultati dell'edizione 2016 dell'Institutional Investor Survey di Natixis: chiamati a confrontare la forza relativa tra gli investimenti attivi e quelli passivi, l'86% degli investitori istituzionali a livello globale afferma che la gestione attiva è più adatta a generare alpha, a ottenere rendimenti adatti al rischio (64%), ad avere accesso alle opportunità sui mercati emergenti (76%) e agli investimenti ESG (75%).




Cosa chiedono gli investitori ai consulenti finanziari

I risultati dell'Individual Investor Survey di Natixis mostrano come vi sia l'opportunità per i consulenti finanziari di aiutare gli investitori a fare maggiore chiarezza in termini di decisioni di investimento. Se in generale gli investitori italiani hanno fiducia nei loro consulenti, vi sono tuttavia una serie di servizi sui quali vorrebbero ricevere un maggior supporto. In particolare, vorrebbero che i propri consulenti li aiutassero a meglio comprendere i rischi (64%), li consigliassero in termini di pianificazione fiscale (40%) e offrissero loro investimenti che riflettessero i loro valori personali (28%).
I consulenti hanno anche la possibilità di educare meglio i propri clienti su specifiche strategie quali gli investimenti ESG e gli investimenti alternativi e di assicurarsi che questi comprendano i vantaggi e i rischi associati agli investimenti passivi rispetto a quelli attivi.
 


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