Editoriale - Anno nuovo problemi vecchi
L'inizio del 2015 si presenta con le stesse problematiche degli anni precedenti. Facile da prevedere: non avendo sciolto nessuno dei nodi che strangolano la nostra economia, imprese e famiglie non possono certo aspettarsi un anno migliore dagli ultimi che l'anno preceduto.
La politica degli annunci senza relative concretizzazioni non porta da nessuna parte. Da tempo tutti gli osservatori internazionali esortano la nostra classe politica ad intervenire in modo incisivo ed efficace su questioni fondamentali e urgenti, come giustizia, fisco, lavoro e pubblica amministrazione (si legge burocrazia).
Finora la montagna ha partorito il topolino del Jobs act, che non sara' certo la leva per ridurre la disoccupazione - aumentata di quasi 5 punti negli ultimi 3 anni - e che tutti vedono stabile intorno al 13% anche per quest'anno.
La crescita, se ci sara', sara' di qualche decimale, frutto piu' dell'apprezzamente del dollaro sull'euro e del crollo del prezzo di petrolio e materie prime, che per meriti nostri. Sempre che il nostro export sia in grado di tenere su mercati sempre piu' difficili e a loro volta alle prese con una contrazione globalizzata e problemi geopolitici.
La stragrande maggioranza degli analisti concorda che sara' l'America a trascinare le economie mondiali. Ma i dati indicano prezzi interni e consumi in calo, che mal si conciliano con l'ottimismo diffuso a livello internazionale.
E tra poco le elezioni greche ci mostreranno quanto credibili siano l'euro e la BCE.
Un buon modo per iniziare.
Claudio Gandolfo
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