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_Febbraio2014

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Malgrado la crisi, nel 2013 le imprese non hanno smesso di chiedere credito: +1,7%.

Il dato aggregato relativo al 2° semestre dell’anno è il più elevato in assoluto dal 2009 ad oggi. Cresce anche l’importo medio dei finanziamenti richiesti (+18,7%)

Rispetto a quanto registrato per la domanda di credito da parte delle famiglie - con queste ultime che durante gli ultimi 5 anni si sono adoperate in un sostanziale deleveraging riducendo in modo significativo sia il numero delle richieste sia l’importo di mutui e prestiti - le imprese italiane non hanno di fatto mai smesso di rivolgersi agli Istituti di credito per sostenere la propria attività.
Anche nel mese di dicembre 2013, infatti, il numero delle domande di finanziamento da parte delle imprese è cresciuto del 5,7% (dato ponderato sul numero di giorni lavorativi) rispetto allo stesso mese del 2012, portando l’incremento complessivo nei 12 mesi ad un +1,7% rispetto all’anno precedente. In particolare, dall’ultima rilevazione condotta da CRIF emerge che il numero di richieste presentate alle aziende di credito nel semestre luglio-dicembre risulta essere il più elevato in assoluto dal 2009 ad oggi, ovvero da quando la crisi economica ha iniziato a far sentire i suoi effetti, a conferma del fatto che le imprese italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito in questa difficile fase del ciclo economico.


“L’andamento delle richieste di finanziamento rappresenta un indicatore fondamentale per tastare il polso, in modo sistematico e tempestivo, alle imprese”, spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF. “Nel 2013 appena concluso la domanda di credito ha sicuramente risentito dell’andamento negativo della nostra economia e delle prospettive ancora incerte che caratterizzano la quotidianità di molte imprese ma va sottolineata l’ulteriore crescita rispetto agli anni precedenti. Piuttosto, quella che è cambiata nel corso degli ultimi anni è la finalità dei crediti, richiesti non tanto per finanziare i progetti di investimento quanto, frequentemente, per sostenere l’attività corrente”.
Nello specifico, nel corso del 2013 l’andamento aggregato è risultato quasi speculare per le imprese individuali e per le società, con le prime che hanno fatto segnare un +1,66% rispetto all’anno 2012 a fronte di un +1,73% per le seconde.
Il Barometro CRIF conferma anche una significativa crescita dell’importo medio dei finanziamenti richiesti da parte delle imprese italiane. Nei 12 mesi dell’anno appena concluso, infatti, nell’aggregato di imprese individuali e società, l’importo medio si è attestato a 70.

700 Euro contro i 57.503 Euro del 2012 (+18,7%).
Scendendo maggiormente nel dettaglio, le imprese individuali hanno fatto registrare un importo medio dei finanziamenti richiesti pari a 36.608 Euro (+17,3%, era stato di 31.200 Euro nel 2012), mentre per le società si è attestato a 94.568 Euro (+24,6%, contro i 75.927 Euro del 2012).
Relativamente alla distribuzione per classe di importo, invece, cresce lievemente la fascia di richieste inferiori ai 5.000 Euro, mantenendo la quota prevalente con il 32,8% del totale in virtù del peso preponderante delle richieste effettuate da imprese di piccola dimensione, che in Italia rappresentano la quota maggioritaria.
La costante crescita delle richieste di credito da parte delle imprese si scontra però con un’offerta inevitabilmente selettiva da parte degli Istituti, alle prese con più stringenti requisiti di capitale e con la necessità di tenere sotto controllo i livelli di insolvenza che continuano a crescere. Del resto, in questi anni la recessione ha colpito pesantemente migliaia di imprese e il progressivo deterioramento dell’economia reale ha determinato un costante innalzamento della rischiosità del comparto, fattore che inevitabilmente ha influenzato negativamente l’offerta di credito oltre che le condizioni di erogazione.



Evidentemente le prospettive di ripresa, per quanto modeste esse siano, contribuiranno ad incoraggiare le imprese a riprendere progressivamente gli investimenti e per questo avranno necessità di reperire adeguate risorse finanziarie, in particolare di medio-lungo termine.
“Dopo una prolungata fase di difficoltà, da parte soprattutto delle piccole e medie imprese, ad accedere ai finanziamenti oggi registriamo una grande attenzione anche ai canali alternativi o comunque complementari a quello degli istituti di credito”, conclude Capecchi. "In particolare, anche grazie alla spinta normativa avviata con il Decreto Sviluppo del 2012, si stanno determinando i presupposti affinché il mercato dei cosiddetti mini-bond possa definitivamente decollare anche in Italia, come testimoniano anche le prime recenti emissioni. A questo riguardo, come evidenziato anche da un recente studio realizzato da CRIF Rating Agency, in Italia sono quasi 10.500 le società di capitali che presentano le caratteristiche potenziali per poter accedere al mercato dei mini-bond e più in generale delle obbligazioni, quindi con la possibilità di raccogliere le risorse finanziarie necessarie a sostenere piani di sviluppo o di espansione anche internazionale”.





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