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Ottobre2012

idee

In Cina management preparato e mercato pronto ad accogliere imprese italiane

Cimino (ADICO): Considerazioni da manager dopo un viaggio a Shanghai e Pechino. Prospettive di business per le nostre aziende

Viaggio a Shanghai, ospite di Mr. Youhua Wu, Vice-Presidente e Segretario Generale di CIS (China Instrument & Control Society) per visitare Miconex (fiera internazionale di automazione e controllo), e poi un breve soggiorno a Pechino, con 26 ore di volo in una settimana. Ho avuto quindi occasione di vedere con gli occhi dell’esperienza manageriale il grande Drago Rosso. Ecco alcune mie considerazioni e osservazioni, che mi piace condividere, perché la Cina è un mondo che dobbiamo guardare più da vicino e queste riflessioni vogliono essere spunti per futuri approfondimenti in ADICO e non solo. Compagno di viaggio è stato Adriano Lincio, un amico e socio che opera da diversi anni sul mercato cinese come consulente di organizzazione aziendale.Ero stato in Cina nel 1989: ho trovato un mondo diverso con cambiamenti epocali nelle due città visitate, di fatto un nuovo pianeta. Riporto prima alcuni dati, giusto per inquadrare il contesto (fonte: Futuredrive Npv, presente con una propria società in Cina, gruppo in cui opera il consigliere Adico Antonio Benvenuti).  

 


1.

La Cina e le prospettive di sviluppo 


La Cina ha circa 1 miliardo e 370 milioni di abitanti, vuol dire almeno 25 volte gli abitanti del nostro Paese. Il 2012 prevede una riduzione del Pil dal 10% e oltre degli ultimi anni al 7,5%, versus il nostro -2,4%, e un aumento delle esportazioni dal 2004 al 2011 con CAGR dell\'11,59%.Le prospettive di sviluppo sono di essere nel 2025 la più grande economia dell’Asia e nel 2059 superare gli Usa. Questo vuol dire che, come noi abbiamo fatto dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando abbiamo improntato tutta la nostra vita sociale ed economica al modello USA, forse, nel prossimo futuro dobbiamo, Italia ed Europa, seriamente pensare al modello cinese. Uno dei messaggi dell’epoca fu che bisognava imparare l’inglese come lingua di comunicazione. Oggi suggerisco ai giovani un impegno ad apprendere oltre all’inglese anche il cinese. Non vedo questo obbiettivo particolarmente difficile da raggiungere, però dobbiamo anche prevedere un incontro sul tema della tecnologia e dell’innovazione per stabilire livelli di comunicazione efficaci sia a livello di una grande community internazionale sia di un grande social network.

  

 

2. La Fiera Miconex 


La fiera Miconex (Shanghai 21-24 agosto 2012) è un evento annuale che si svolge un anno a Shanghai ed un anno a Pechino. Primo impatto: ho visto un aeroporto senza autobus e con almeno 100 gate allineati con accesso diretto all’aereo, e un treno ad alta velocità che in pochi minuti arriva nel centro della città. Opera completata in occasione delle Olimpiadi del 2008, così come un intero quartiere fieristico costruito per Expo 2010, dove un grande padiglione ospitava la 23° edizione della fiera organizzata dal China Instrument & Control Society (CIS). CIS è un’associazione che riunisce 40.000 imprese cinesi del settore. Gli espositori erano circa 2.000 e tra questi solo due imprese italiane! Interessante cerimonia di apertura per un pubblico limitato e di alto profilo, convegni, premiazioni e tanti confronti tra persone delle aziende espositrici, con molte persone agli stand, specie quelli più grandi, e tantissimi visitatori attenti. Parecchi prodotti esposti con tanta tecnologia innovativa e tanta cura dei dettagli. Abbiamo dato alcuni suggerimenti frutto di una lunga esperienza di questa tipologia di eventi.


 

 

3. Il futuro della fabbrica del mondo 


La Cina oggi la possiamo veramente definire come la “fabbrica del mondo”, che era poi l’obiettivo dei loro ultimi piani quinquennali. Credo che un loro obiettivo possibile è fare dell’Africa il loro subfornitore esterno e di alzare via via il livello della vita sociale dei cinesi. Andare in Cina è stato spesso finora solo la ricerca di un posto dove far produrre a costi nettamente inferiori al paese di origine, per poi importare i prodotti per venderli nel mondo. Oggi le cose possono e debbono cambiare, perché il mercato interno sta diventando sempre più interessante e con grandi capacità di assorbimento, e quindi deve entrare nella strategia dell’azienda che va in Cina il progetto di vendita sul mercato cinese. Inoltre, si dovrà sempre rivedere il prodotto per i bisogni, le caratteristiche del mercato e della cultura cinese, e studiare nel dettaglio come distribuirlo in un Paese grande come la Cina.   
4. Le infrastrutture come strumento per la crescita 


Questo è il punto cruciale per un Paese delle dimensioni della Cina.


Aver puntato sulle infrastrutture come scelta del progresso dello stato, è stata una scelta vitale e vincente. Per fare una politica di infrastrutture servono alcuni requisiti fondamentali che in Cina sono stati resi possibili per la volontà politica di creare le condizioni necessarie alla realizzazione degli stessi. Comincerei col dire che la “vision” delle nuove infrastrutture è stata aiutata dalle dimensioni degli spazi disponibili e dalla capacità politica di crearli quando è stato necessario, dando priorità all’interesse pubblico. La vision, la progettazione, oltre a una certa libertà di muoversi sul territorio (alcune volte con l’aiuto di grandi esperti internazionali), hanno messo le basi per rendere possibile un buon sviluppo urbanistico. Inoltre, una corretta pianificazione ha permesso la realizzazione di opere che sono veramente significative, come ferrovie ad alta velocità, circonvallazioni o anelli interni nelle città, con sopraelevate a sei corsie, stadi, padiglioni e grandi costruzioni in altezza di grande impatto architettonico.Non è poi certamente mancata la capacità finanziaria così come la manodopera necessaria. Quello che voglio segnalare è che opere di questo genere, pure con i vantaggi che ha offerto il modello cinese, non potevano e non possono essere realizzate senza una classe manageriale capace e che, anche se forse si è formata seguendo modelli occidentali, oggi secondo me è veramente la vera sorpresa della Cina.


Credo che questo sia un elemento che noi sottovalutiamo. In Cina si sta formando un livello di management molto interessante, e che i cinesi potrebbero alla fine esportare in tutto il mondo, in particolar modo nei paesi che non amano troppo le multinazionali occidentali. Sarebbe interessante approfondire i criteri e le vie della preparazione di questa classe manageriale, che ha veramente campi di prova continui e che ha grandi sollecitazioni emotive e di orgoglio nella crescita del loro Paese. 

 

5. Prospettive di business con la Cina 


Possiamo e dobbiamo quindi cambiare la nostra strategia di valutazione del “pianeta” Cina. Esiste un potenziale di mercato per i nuovi livelli di vita di una parte sempre più grande di popolazione cinese che dobbiamo intercettare. Questo vuol dire che possiamo vendere ai cinesi i nostri prodotti, il nostro know-how e i nostri servizi. Ovviamente anche la Cina ha voglia di elevare il proprio livello sociale. Alcune aziende tedesche hanno di fatto una larghissima presenza nel mercato automobilistico cinese. Mercato che ha un solo limite nella soluzione dei problemi del traffico urbano.


A Pechino c’è la limitazione della guida a targhe alterne per tutta la settimana e c’è un vincolo di ingresso in città per i non residenti.Oltre ai prodotti costruiti e venduti sul mercato cinese, dobbiamo pensare come affrontare il mercato dei servizi e come esportare la nostra capacità di formazione manageriale, per la quale la lingua inglese costituisce una positiva chiave di ingresso. Dobbiamo passare dalle joint venture di prodotto a quelle dedicate ai servizi. Esperienze spesso positive se affrontate da entrambe le parti con un sano spirito paritario. Inoltre, non dobbiamo dimenticare alcuni aspetti che se non attentamente analizzati possono generare incomprensioni e frustrazioni nella realizzazione di un business con le aziende cinesi. 

I seguenti punti dovranno sempre essere presenti e correttamente valutati nella definizione di una strategia di approccio al mercato cinese:

 

- Scrittura (Ideogrammi Cinesi)

- Lingua (Mandarino)

- Cultura (Basata su una storia e tradizione millenaria)

- Leggi (Tutte scritte in Cinese).  


6. Curiosità 

 
Cominciamo dal fuso orario: in Cina c’è un solo fuso orario per tutto il paese.


L’ora è uguale per tutti, il godimento del sole in funzione della posizione geografica. Ricordiamo che nello stesso spazio in Usa tra New York e Los Angeles ci sono tre differenti fusi orari. In Cina questo fatto è certamente una facilitazione anche per le imprese: basti pensare ai turni di un call-center per seguire la clientela sparsa per il Paese. Certamente anche una semplificazione per la logistica della distribuzione. A Pechino e Shanghai possono solo circolare motorini elettrici, come un primo step per ridurre l’inquinamento. A mio avviso, dovranno trovare anche una soluzione per le automobili. I taxi a Pechino in occasioni delle Olimpiadi del 2008 sono stati cambiati con un unico modello e tutti con una piccola stampante a bordo che fornisce al cliente lo scontrino della corsa. Il costo della vita è molto ridotto rispetto a tutte le capitali mondiali; la qualità dei trasporti, degli alberghi e dei ristoranti è molto buona con prezzi nettamente inferiori ai nostri e ovunque si riscontra un’atmosfera di grande accoglienza per il visitatore straniero.    

 

7. ADICO per la CINA  

Primo punto: fare attività di comunicazione e di network.


Ho visitato l’Ambasciata Italiana a Pechino e spero di essere aiutato a identificare una ADICO cinese per gettare le basi per futuri e organizzati contatti. Secondo punto: aprire uno “sportello Cina” per i soci-azienda ADICO per facilitare i contatti e i punti di riferimento per chi vuole affrontare il mercato cinese. Ogni contributo verrà ben accolto perché ADICO vuole contribuire a creare un importante sbocco del nostro paese e dei nostri manager in questo grande mercato. Non sarà possibile andare in ordine sparso in questo paese e soprattutto le PMI devono prepararsi a condividere azioni comuni lavorando per obbiettivi da raggiungere in questo mercato. ADICO ha un modello che vogliamo sperimentare anche in Cina: creare condizioni virtuose di relazioni tra persone e aziende italiane con persone e aziende cinesi. Questa è la mia prima riflessione a cui, sono certo, seguiranno altre arricchite dai vostri contributi.  

Michele Cimino

Presidente ADICO  

   

 


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