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Ottobre2012

economia

I primi segnali di un’unione monetaria più rigorosa?

Hofrichter (AllianzGI): E’ arrivato il momento di chiarire definitivamente il ruolo effettivo della BCE e sul modo in cui intenda intervenire

Una delle chiavi per risolvere la crisi del debito di Eurolandia consiste nel superare tre fattori di debolezza della struttura finanziaria della regione: la mancanza di un’unione bancaria (tra cui un’autorità di vigilanza bancaria per l’intera Area Euro e un fondo di garanzia regionale sui depositi bancari), una forma di condivisione dell’onere fiscale e un prestatore di ultima istanza per i governi.
Dopo il summit UE di fine giugno sono stati fatti dei passi avanti, a conferma della nostra previsione a lungo termine in base alla quale la crisi in corso probabilmente porterà a un’unione monetaria più rigida, piuttosto che a un tracollo. I politici europei hanno deciso di dirigersi verso l’integrazione dell’attività di vigilanza bancaria a livello europeo e nazionale e sarà l’Europa ad avere la responsabilità finale. Questi sviluppi porteranno ad una vigilanza più efficace del settore bancario rispetto al sistema attuale basato sulle norme nazionali. Inoltre, sarà introdotto probabilmente un fondo europeo di garanzia dei depositi, con la supervisione delle autorità europee, uno sviluppo particolarmente importante poiché si tratta di un primo passo verso l’unione bancaria che finora è stata contestata con vigore da diversi paesi core dell’Unione Monetaria Europea, in particolare la Germania.

Al contrario finora abbiamo assistito a pochi progressi verso l’unione fiscale. In occasione del summit, i politici europei non hanno potuto far altro che prendere in considerazione la condivisione del debito sovrano una volta attuata una struttura rigorosa per la disciplina di bilancio e la competitività, cosa che probabilmente non accadrà a breve.
Sorprendendo la maggior parte degli operatori del mercato, la Banca Centrale Europea si è espressa più chiaramente a favore degli aiuti ai paesi periferici dell’UME. La BCE diventerà il prestatore di ultima istanza dei governi, un ruolo che già ricopre per il sistema bancario della regione? In mancanza di questo sviluppo c’è il rischio che la perdita di fiducia nei titoli sovrani faccia salire i costi di finanziamento su livelli che i paesi non sono in grado di sostenere, provocando l’insolvenza. Inoltre, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria appare distorto se il rendimento dei titoli sovrani sale eccessivamente. Per questa ragione, il mandato della BCE prevede la riduzione dei premi per il rischio eccessivi sui mercati dei titoli di stato. Si dovrebbe ricorrere a un prestatore di ultima istanza solo in casi “rari ed eccezionali” viste le possibili conseguenze negative sul fronte del “rischio morale”.

 

Ora tocca alla BCE

A nostro giudizio, questo momento è arrivato. Non è chiaro cosa intenda fare esattamente la BCE per “salvaguardare la stabilità dell’Euro”. Comunque la Banca Centrale Europea ha dichiarato la propria volontà di modificare il ruolo privilegiato che ha in questo momento come detentore di titoli sovrani. Senza l’OSI - Official Sector Involvement (partecipazione dei creditori pubblici nella ristrutturazione del debito) - i detentori di obbligazioni del settore privato cercherebbero di ridurre le posizioni in obbligazioni dei paesi periferici dell’UME, vendendole alla BCE alla ripresa del piano di acquisto di obbligazioni (Securities Market Programme) nel timore di dover sostenere tutti i costi di ristrutturazione. Senza il coinvolgimento del settore pubblico non è possibile ridurre in misura sostenibile gli spread sui titoli sovrani. La BCE è anche pronta a prendere provvedimenti adeguati per far scendere gli spread sovrani, e questo lascia aperta la possibilità di interventi illimitati. È un fattore importante poiché porre un limite all’intervento della BCE sui mercati obbligazionari significherebbe ridurre la sua potenza di fuoco, con un possibile contrattacco da parte dei mercati.


 

In breve, le notizie provenienti dall’Europa nelle ultime settimane sono state piuttosto incoraggianti, a conferma delle nostre aspettative future di “more Europe”, a contrasto con un possibile tracollo dell’unione monetaria. Per quanto siano stati fatti dei passi nella giusta direzione, serve ancora chiarezza sul modo in cui la BCE intende intervenire, in particolare sulla questione della condivisione del debito. Inoltre, persistono alcuni rischi, tra cui un rapporto negativo da parte della Troika sulla Grecia. Di conseguenza, per il momento manteniamo una posizione sostanzialmente neutrale sulle attività rischiose.

  Stefan Hofrichter, Head of Global Economics & Strategy Group Allianz Global Investor

 

 


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