Il peso delle “insegne” sul totale continua a crescere e nel 2013 rappresenterà quasi un quinto del mercato, il 19,2%.
Il Rapporto congiunturale FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi conferma che tra la fine del 2011 e il primo trimestre 2013 si è registrata una netta inversione del ciclo di crescita che aveva visto la spesa delle famiglie per il fuori casa aumentare costantemente da 60 miliardi di euro nel 2000 a 64 miliardi nel 2011.
Per il 2013 la FIPE prevede un calo della domanda per consumi alimentari fuori casa dell’1,3% al netto dell’inflazione che, tuttavia, non ridimensiona l’importanza della ristorazione nel sistema produttivo nazionale rappresentata da un valore aggiunto di 38 miliardi di euro e da acquisti di beni e servizi (attrezzature, arredamenti, materie prime, ecc.) per 45 miliardi di euro.
Nel complesso, il mercato italiano rimane uno dei più importanti d’Europa: sono oltre 15 milioni i pasti consumati giornalmente fuori casa nel 2012 nei 307.587 esercizi, uno ogni 192 abitanti, una densità che non ha eguali nei principali Paesi europei: di questi, 146 mila bar e 161 mila attività di ristorazione, intese nella più ampia accezione di luoghi di consumo extradomestico di prodotti food.
I ristoranti con somministrazione, ovvero con consumo sul posto, sono poco più di 102 mila.
La regione con più imprese attive è la Lombardia (47.333), seguita dal Lazio (32.389) e dalla Campania (28.060).
“Parlando di brand, oggi in tutto il mondo, specie nelle economie emergenti, si registra la tendenza ad apprezzare i format europei e in particolare italiani per il loro contenuto di design – commenta Jonathan Doughty, presidente di FCSI EAME – Foodservice Consultants Society International –.
Nell’ospitalità i concetti di layout e management si avvicinano sempre più e, nel loro incontro, il consultant svolge un ruolo centrale di trend setter perché aiuta l’operatore a cogliere le evoluzioni e le tendenze.
Un esempio è l’hotel bar, che diventa sempre più momento di aggregazione, ma anche i nuovi stili di consumo dei giovani, sempre più informali e diversificati”.
“Con la crisi si accentua il rischio di ripiegare su soluzioni già percorse e annullare le idee – aggiunge Luciano Cattaneo, Membro del Board FCSI Divisione EAME (Europe-Africa-MiddleEast) – proprio quando è invece essenziale puntare su concetti originali.
In Italia abbiamo una tradizione di borghi, con i loro centri, che si prestano come modello ideale per questi nuovi concept: qui è fondamentale il ruolo del Consultant come influenzatore per trarre dalla tradizione spunti che rispondono alle nuove esigenze di consumo.
Ad esempio, le cucine a vista anche nei locali breakfast, la nuova vita delle cantine o le opportunità del mondo museale.
Ma anche un’evoluzione della convivialità nella direzione dei social media”.
Tiene l’export
Per quanto riguarda i fornitori di macchinari e attrezzature, il comparto industriale delle apparecchiature professionali per catering e ristorazione in Italia, rappresentato da Confindustria CECED Italia, sta risentendo della crisi generale, ma, grazie alla forte proiezione internazionale, conferma la crescita della presenza nei Paesi emergenti e in Nord America.
I Paesi emergenti, in particolare il Brasile, continuano a crescere con tassi che vanno dal +10 al +15% annuo.
Dinamiche interessanti si registrano in Turchia e Medio Oriente.
Il mercato USA conferma il ciclo estremamente positivo della domanda.
L’Europa del centro e del nord mantiene una buona tenuta, mentre rimane incerto l’andamento in Francia e Gran Bretagna e si confermano negative Spagna, Portogallo, Grecia.
In complesso, la previsione per l’Europa punta a una leggera crescita in ragione d’anno.
Anche i dati dell’Ufficio Studi di ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affini continuano a rimarcare che la stasi del mercato interno viene compensata sul fronte delle esportazioni, in linea con i segnali che vengono dall’industria nel suo complesso: i dati ISTAT di marzo 2013, resi noti la scorsa settimana, registrano un incremento del +1,6% negli ordinativi totali rispetto a febbraio, grazie soprattutto all’estero (+3,6% contro +0,2% degli ordini interni).
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