Una crescita mondiale a macchia di leopardo
Burgess (Threadneddle): Al contrario di quanto avviene negli Stati Uniti, la zona euro non evidenzia segnali di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la Francia
In questo momento gli investitori sono più concentrati che mai sull\'economia statunitense, soprattutto dopo le dichiarazioni di una Federal Reserve pronta a ridurre progressivamente l\'entità delle misure di quantitative easing (attualmente pari a 85 mld di USD al mese) dato che l\'economia USA sta inviando crescenti segnali di ripresa. I livelli di fiducia dei consumatori e quelli di spesa sono discreti e il mercato immobiliare ha evidenziato una netta ripresa, anche se dovuta più agli investitori che non agli acquirenti degli immobili. Crescita costante anche per l\'occupazione, e malgrado i deludenti livelli di spese in conto capitale delle imprese, prevediamo una moderata accelerazione per il secondo semestre dell\'anno. Dal canto nostro, nutriamo sempre maggiore fiducia nella ripresa statunitense.

Al contrario di quanto avviene negli Stati Uniti, la zona euro non evidenzia segnali di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la Francia che mostra dati più deboli delle previsioni. Inoltre, la recente svalutazione dello yen andrà a incidere negativamente sulle esportazioni, in particolare dalla Germania. Quanto al Regno Unito, per quest\'anno ci attendiamo una crescita decisamente rallentata pari all\'1%. L\'occupazione evidenzia una discreta crescita, il mercato immobiliare è in miglioramento e i consumi sono soddisfacenti nonostante le pressioni sul reddito disponibile reale; l\'aspetto più problematico per l\'economia è però il mercato delle esportazioni, fortemente orientato a una zona euro che versa in condizioni tutt\'altro che rosee: una croce che il Regno Unito dovrà portare ancora per qualche tempo.
L\'economia giapponese inizia già a mostrare i primi segnali di miglioramento dopo le massicce misure di quantitative easing, iniezioni di stimoli fiscali e altri provvedimenti volti a porre fine alla deflazione e stimolare la crescita: i consumi hanno registrato un miglioramento, le esportazioni saranno favorite dalla flessione dello yen, e il programma che prevede una prima ripresa di produzione dell\'energia nucleare appare sempre più vicino e offrirebbe buone prospettive per rilanciare la bilancia commerciale. Le nostre previsioni per la crescita del PIL giapponese nel 2013 e 2014 sono superiori alle stime di consensus.
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