Giappone: Tora! Tora! Tora!
Longo (IG): Il Paese ha dei punti di forza importanti. In primis la credibilità del piano portato avanti da Shinzo Abe, che ha incontrato fin da subito una grande consenso popolare
Le politiche economiche promosse dal Governo di Shinzo Abe e dalla Bank of Japan di Haruhiko Kuroda hanno posto il Giappone sotto i riflettori degli investitori internazionali.
L’Abenomics è considerata da tutti come il progetto più audace degli ultimi anni.
Molto ambizioso è il suo obiettivo, ovvero permettere al Paese di uscire da un lungo periodo di deflazione.
Lo scopo di questo lavoro è di illustrare i principali punti di forza dell’Abenomics e i rischi associati, cercando di valutarne le possibilità di successo.
Il governo intende adottare una politica fiscale flessibile, che consiste in un primo periodo di lancio di stimoli fiscali, a cui seguirà una strategia di consolidamento nel medio/lungo periodo.

Il Giappone ha il rapporto debito/PIL più elevato al mondo e necessita di manovre mirate alla riduzione dei pesanti deficit di bilancio.
Gli stimoli fiscali introdotti dal governo hanno riguardato le misure per la ricostruzione post–terremoto e per la prevenzione di possibili ulteriori disastri, le manovre per stimolare gli investimenti privati, le misure rivolte al sostegno delle piccole/medie imprese e i finanziamenti ai governi locali.
Da segnalare che dopo il primo piano di aumento della spesa pubblica pari a 103 miliardi di dollari ne è seguito un altro pari a 55 miliardi di dollari per compensare gli effetti recessivi dell’aumento della tassa sui consumi (ad aprile 2014 dal 5% all’8%, in ottobre 2015 al 10%).
Le riforme strutturali riguardano principalmente le liberalizzazioni in molti settori dell’economia giapponese con l’obiettivo di rivitalizzare alcune regioni.
La parola d’ordine è l’aumento della produttività e della competitività delle imprese nipponiche.
I temi più importanti riguardano:
- il lavoro, aumento della partecipazione femminile;
- l’energia, reintroduzione delle centrali nucleari;
- il commercio, negoziazioni per far partire il Trans-Pacific Partnership.
In termini di politica monetaria, il neo governatore, Haruhiko Kuroda, nel suo primo meeting a capo della Bank of Japan ha introdotto un piano di quantitative easing senza precedenti, denominato Quantitative and Qualitative Monetary Easing, QQME.

Lo scopo è quello di raggiungere e stabilizzare il tasso di inflazione intorno al 2% entro il 2015, attraverso l’espansione dalla base monetaria dai 1.400 mld $ attuali a 2.800 mld $.
Le operazioni di mercato aperto riguarderanno principalmente i titoli di Stato (JGB) per circa 70 mld $ al mese.
La vera sfida per la BoJ sarà quella di innalzare il tasso d’inflazione evitando un eccessivo rialzo dei tassi di interesse nominali sui titoli di Stato.
La deflazione degli ultimi 15 anni ha permesso al Paese di rifinanziarsi a tassi sempre più bassi, nonostante l’elevato rapporto debito/Pil.
L’aspettativa di prezzi al consumo in costante calo ha spinto gli operatori domestici a investire in JGB.
Nel grafico che segue si può notare come oltre il 90% dei detentori di JGB sono investitori giapponesi.
Gli scenari
Gli obiettivi dell’Abenomics sono: