Il caso dietro al successo nella gestione d'impresa - Libro "CEO per caso"
Marco Rosetti: il testo analizza le strategie di 10 CEO intervistati per capire come affrontare il caso, edito da GueriniNext
A distanza di meno di tre anni dalla pubblicazione del suo libro Certo che ho paura, Marco Rosetti - imprenditore, formatore e consulente aziendale - torna ad occuparsi di manager nel nuovo scritto Ceo per caso. Vite, imprese, probabilità, impreziosito dalla prefazione di Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa e Direttore della Fondazione Pirelli, edito da GueriniNext.
Una frase della prefazione funge da faro nella lettura e nell'articolazione del lavoro: Il buon navigante non determina certo l'andamento dei venti. Ma sa bene come orientare le vele. (Fonte: Antonio Calabrò).
In effetti nella vita, così come nell'impresa, il rischio è tanto importante quanto il caso.
L'Autore, infatti, è passato da una conoscenza ingenua dell'argomento caso a una consapevolezza empirica grazie all'ascolto di 10 teorie ingenue sul caso. "È più facile spiegare che capire" spiega Marco Rosetti; pertanto, proprio su questo crine, Rosetti ha impostato le dieci interviste contenute nel libro dalla cui lettura emerge quali strategie artigianali ognuno dei Ceo abbia imparato ad adottare per prendere il caso per le corna. Il caso, in sintesi, è un evento raro (asimmetrico, molto asimmetrico).
Marco Rosetti dialogando con i 10 imprenditori ha cercato di capire non tanto i segreti del loro modo di lavorare, di dare corpo a sogni e progetti, di avere successo, quanto soprattutto le ragioni e le passioni che ne hanno ispirato le scelte.
Nei racconti proposti dall'Autore - ci spiega Antonio Calabrò - emergono le storie di uomini e donne d'impresa che fanno cose straordinarie dietro la consuetudine dei gesti ordinari. E se fondare, fare crescere e rilanciare un'impresa non sembra avere la magnificenza di voler «salvare il mondo», è chiaro che investire, innovare, creare lavoro, mettere sul mercato prodotti e servizi che prima non c'erano, sono atti che contribuiscono a migliorare la vita di migliaia e migliaia di persone. A muoverli, non è tanto il desiderio di denaro e successo quanto soprattutto il bisogno di fare, creare, realizzare qualcosa di nuovo, lasciare un segno di sé e sfidare il futuro. Certamente, per un'impresa il profitto e il successo sono caratteristiche essenziali, strumenti fondamentali di affermazione e di crescita.
Ma, nel fare l'imprenditore, c'è molto di più: la responsabilità d'essere un attore sociale e culturale del cambiamento, del progresso, del miglioramento del mondo in cui viviamo. Nelle dieci storie proposte dall'Autore il lettore non si imbatte in atti di arroganza e presunzione bensì in una formula magica come quella della Coca Cola.
Ambizione, semmai, unita ad una sana forza di volontà, empatia, per coinvolgere le persone nell'attuazione del proprio progetto, solitudine, frequente, profonda, devastante, nel momento finale delle scelte (le imprese, per quanto attente alla dialettica e alla ricchezza delle differenze, hanno bisogno alla fine di un chiaro atto di decisione che il solo uomo al comande deve fare).
Tutte attitudini, caratteristiche, modi di essere legati comunque alla consapevolezza del peso degli errori inevitabili, dei limiti, delle fragilità di ognuno di noi, come persone nel cuore di tempi comunque difficili; andare oltre la fragilità è la condizione su cui fare leva anche per lo sviluppo dell'impresa. Nei nostri tempi difficili e controversi, carichi di tensioni geopolitiche e radicali trasformazioni economiche e sociali, fare impresa significa anche dover fare i conti con tutte le questioni poste dalle transizioni ambientali e digitali e dalla diffusione impetuosa dell'Intelligenza Artificiale (IA), con il suo carico di ombre, preoccupazioni e straordinarie opportunità. Nelle conversazioni contenute nel libro ci sono echi significativi, segnati da una sorta di orientamento comune: né apocalittici né integrati quanto piuttosto cercare di capire e governare le trasformazioni che, dal mondo della tecnologia, investono anche l'economia, la cultura, la società: la democrazia liberale e la cultura del mercato.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione
