Cosa ci dice l'inflazione stabile
Secondo le stime preliminari diffuse dall'Istat, a settembre l'inflazione in Italia si è attestata all'1,6%, confermando il quadro dei mesi precedenti.
L'aumento dei prezzi dei beni energetici e degli alimentari trasformati ha compensato il rallentamento dei prodotti freschi, determinando così la sostanziale stabilità del dato complessivo.
L'indice armonizzato, influenzato anche dagli sconti di fine stagione, è aumentato leggermente fino all'1,8%, mentre l'inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi, è rimasta al 2,1% su base annua. Si è ridotto di poco lo scarto tra beni e servizi, con i primi in accelerazione e i secondi in rallentamento.
Questo scenario riflette un contesto economico debole, caratterizzato da bassa crescita e da un euro relativamente forte.
Le decisioni dell'Unione Europea in tema di politica commerciale, in particolare l'assenza di misure ritorsive verso gli Stati Uniti, hanno contribuito a contenere ulteriori pressioni sui prezzi.
Inoltre, i mercati energetici appaiono più stabili: il gas si colloca intorno ai 31 euro per megawattora, con gli stoccaggi nazionali vicini alla piena capacità, riducendo il rischio di tensioni sul fronte elettrico.
Sul versante del lavoro, la dinamica salariale si è raffreddata al 2,8% in luglio, frenando il recupero del potere d'acquisto. In un contesto di consumi moderati e aspettative aziendali prudenti, non si intravedono al momento spinte inflazionistiche da domanda interna.