I due libri che ogni manager dovrebbe leggere per sopravvivere ai cambiamenti aziendali | BusinessCommunity.it
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10/09/2025

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I due libri che ogni manager dovrebbe leggere per sopravvivere ai cambiamenti aziendali

Letture estive che rivelano strategie di adattamento e resilienza

In estate tutti, si spera, hanno avuto il tempo necessario per leggere e riflettere, portando con sé idee, suggestioni e propositi nel proprio agire quotidiano. Non mi sottraggo a questo compito e vorrei segnalare due libri che credo, oltre al valore in sé, possano essere interessanti come lettura manageriale. Il primo è Il barman del Ritz, di Philippe Collin, Rizzoli editore. Racconta la storia vera di Frank Meier, ebreo, il rinomato barman del Ritz di Parigi, da tutti conosciuto come il salotto più ricercato dall'élite culturale e politica dell'Europa .
Il protagonista si trova a vivere i 4 anni di occupazione nazista, trovandosi ad interloquire i nuovi clienti, prevalentemente della Gestapo. Una situazione che appassiona il lettore, tra drammi esistenziali e spirito di sopravvivenza. La sorpresa, tra le molte, è nelle pagine conclusive ove ritiratesi le truppe tedesche di occupazione, e arrivati gli Americani, Meier si trova a diversi resettare per una nuova fase della sua attività.

Leggendolo è inevitabile andare con la mente ai cambiamenti radicali che colpiscono le imprese, con mutamenti negli assetti proprietari, sostituzione etnica dei primi livelli di management invisi ai nuovi proprietari o Ceo. Eppure, in situazioni molto differenti, i Meier sopravvivono e restano pienamente in sella. Quali le strategie e skills che consentono questo miracolo esistenziale?

Capacità di ascolto, visione strategica, accettazione di un tollerabile livello di rischio, diplomazia, freddezza e cinismo.
Se ci pensiamo bene, virtù richieste spesso in azienda a chi deve gestire posizioni di spicco. Il secondo, sempre francese, è un classico: si tratta de La morte di Auguste di Georges Simenon, edito da Adelphi. Un libro freddissimo, asciutto nella narrazione e nella raffigurazione dell'eterno conflitto tra fratelli, diversi per cultura, carattere, ambizione. Morto il padre, si dipana il confronto tra caratteri differenti, appetiti e sensibilità. Se ci si pensa, quanto avviene spesso nei casi di passaggio generazionale. Una sileziosa partita a scacchi, dove tutti pensano di esdsere più furbi dell'altro. Scoprendosi alla fine altarini e, soprattutto, distanze esistenziali sconfinate. E propri vero che gli amici/e e un compagno/a ce li scegliamo, i fratelli e sorelle ci capitano. In famiglia come negli affari.

Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione


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