La maledizione dei KPI
(e delle data driven company)
C'è un risvolto interessante che emerge sempre con maggiore vigore ed è quello che potrei definire personalmente come l'Excel management.
In pratica, le aziende che sono basate sui dati, che controllano tutto con i fogli di Excel più o meno evoluti, stanno sviluppando un sistema perverso di gestione del business.
In pratica, nel foglio finale compaiono i vari KPI che misurano l'andamento dell'azienda, quelle più intelligenti e che si definiscono "data driven" li confrontano con il mercato, ma è un dettaglio.
Ogni decisione, ogni movimento, ogni operatività ha un impatto su quel valore finale che, diventando rosso, mette a repentaglio il manager e i lavoratori.
In pratica, pur di evitare quel rosso, si è disposti a tutto, anche a evitare di assumersi determinati rischi perché potrebbero ritorcersi conto.
Ma un'azienda e un modo di fare imprenditoria che non tiene conto dei rischi, non ha molto senso ed è destinata al declino, anche se apparentemente sta portando molti utili e dividendi d'oro agli azionisti.
Le banche sono tra le attività che maggiormente sono succube di questa strategia: chiudono filiali, agevolano esodi, regalano dividendi, ma magari perdono l'occasione sul mercato perché non intendono assumersi rischi, perdono talenti o non li attraggono.
Una malattia pericolosa, senza il rischio d'impresa non esiste l'impresa.