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30/07/2025

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Welfare aziendale: l'aiuto che vale mille euro per il potere d'acquisto dei lavoratori

Ruggiero (Edenred Italia): il credito welfare aziendale è fondamentale e ha raggiunto un nuovo picco di utilizzo tra i lavoratori italiani

Il welfare aziendale si afferma come uno strumento sempre più vitale per il benessere economico dei lavoratori in Italia. Un'analisi recente condotta dall'Osservatorio Welfare di Edenred Italia, azienda leader nel settore degli employee benefit, rivela una crescita significativa in termini di valore erogato e di utilizzo da parte dei dipendenti.
Nel 2024, le imprese italiane hanno destinato in media circa 1.000 euro a dipendente sotto forma di credito welfare. Questo rappresenta un incremento del 10% rispetto ai 910 euro dell'anno precedente. Parallelamente, il tasso di utilizzo da parte dei lavoratori ha quasi raggiunto il 90%, sottolineando la crescente importanza del welfare come strumento per sostenere il reddito e migliorare la qualità della vita.

Questa spinta è stata favorita dalla Legge di Bilancio, che ha innalzato la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit da 258,23 euro a 1.000 euro (e a 2.000 euro per chi ha figli a carico) fino al 2027. Di conseguenza, i fringe benefit, che includono buoni acquisto, buoni carburante e rimborsi per affitti e bollette domestiche, sono diventati la voce di spesa predominante. Per la prima volta, superano la metà del credito welfare complessivo, coprendo il 52% del totale. Le altre categorie di spesa principali includono l'area ricreativa (23%), l'istruzione (13,5%), la previdenza integrativa (5,6%) e l'assistenza sanitaria (3,2%).

Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato di Edenred Italia, ha commentato come il welfare aziendale sia diventato un elemento essenziale per il benessere, anche economico, dei lavoratori. Ha spiegato che, sommando i buoni pasto e i fringe benefit, un'azienda può offrire fino a circa 2.700 euro esentasse a ogni dipendente. Per un lavoratore con un reddito tra i 25.000 e i 50.000 euro, questo equivale a una o due mensilità nette aggiuntive.
L'impiego del credito welfare varia anche in base all'età del beneficiario. L'utilizzo dei fringe benefit è più elevato tra i lavoratori sotto i 30 anni (65%) e diminuisce con l'avanzare dell'età, arrivando al 48% per chi ha più di 60 anni. I rimborsi per l'istruzione sono maggiormente richiesti dalla fascia d'età tra i 40 e i 59 anni. Al contrario, l'erogazione di credito per la previdenza integrativa cresce significativamente con l'avvicinarsi dell'età pensionabile, passando dal 3% per i giovani sotto i 30 anni al 13% della spesa complessiva per i dipendenti oltre i 60 anni. L'utilizzo dei servizi dell'area ricreativa raggiunge il 29% tra i beneficiari entro i 39 anni, mantenendo comunque una quota media del 20% circa per gli over 40.

Ruggiero ha inoltre evidenziato come il welfare aziendale sia sempre più personalizzato. Ha descritto gli HR manager come "architetti del benessere organizzativo", chiamati a comprendere e anticipare le esigenze mutevoli, in particolare quelle delle nuove generazioni. Tuttavia, un ostacolo significativo rimane la complessità normativa, che limita l'adozione di strumenti di welfare da parte delle piccole imprese, dove solo il 2% ne fa uso. È fondamentale, a suo avviso, una semplificazione e un aggiornamento degli strumenti più diffusi, come il buono pasto, la cui soglia esentasse è rimasta ferma a 8 euro dal 2020. Ha concluso sottolineando che, nell'attuale contesto di inflazione e rincari, è urgente rivedere questa soglia per rafforzare il potere d'acquisto di circa 3,5 milioni di lavoratori.

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