Dazi Usa: l'Europa trema, ma il mercato azionario resiste
De Michelis (Frame Asset Management): la seconda parte dell'anno sarà piena di insidie e opportunità
Eccoci ormai giunti in prossimità della scadenza delle proroghe sui dazi, dopo che, come tutti sanno, il buon Trump ha agito nella sua solita maniera "delicatissima", scrivendo ai vari Paesi del mondo e minacciando una percentuale molto alta se non avessero trovato un accordo vantaggioso per entrambe le parti, ma soprattutto per gli Stati Uniti. Un esempio è quello dell'Indonesia, che, per ottenere un livello di dazi al 19% rispetto alla minaccia iniziale del 32%, si è prontamente impegnata ad acquistare 15 miliardi di dollari in energia statunitense, 4,5 miliardi di dollari in prodotti agricoli americani e 50 Boeing. Direi che questa è una versione rivisitata del classico "do ut des".

I dazi e l'Europa
Il vero problema, però, riguarda adesso l'Europa, dato che la minaccia è stata alzata al 30%. La Von Der Leyen puntava a un 10% medio, ma probabilmente si chiuderà tra il 15% e il 20%. Ci auguriamo tutti che non superi il 15%, perché altrimenti le conseguenze potrebbero risultare fastidiose per il ciclo economico, e sarebbe un vero peccato, considerando che i mercati azionari del vecchio continente (lo Stoxx 600 gira a 14 volte gli utili attesi, contro il 22 dello Standard & Poor's) si candidano a una bella storia di re-rating nel futuro, grazie agli stimoli all'economia derivanti dalla difesa e dal fiscal spending tedesco, che ammontano a un trilione di euro e si stima possano portare a una crescita di un punto/un punto e mezzo annuo del PIL.
Consigli per l'estate
Difficile fare previsioni, e considerando la stagione estiva, tipicamente propensa alla formazione di vuoti d'aria, consigliamo prudenza per coloro che si apprestano ad andare in vacanza, sempre che non vogliano portarsi il computer in spiaggia. Perché è vero che la stagione degli utili sta andando più che discretamente e, per ora, non ci sono particolari problemi né sull'inflazione né sulla crescita, tuttavia, i multipli sono alti e veniamo da un rally importante, quindi sarebbe quasi auspicabile che, come si dice in gergo, gli oscillatori si scaricassero un po'.
Previsioni economiche
Le previsioni per la seconda parte dell'anno indicano una possibile diminuzione della crescita americana e un'inflazione leggermente in salita, causata dall'aumento dei prezzi sui beni di consumo legati ai dazi. Ecco quindi che potrebbe rallentare anche il mercato del lavoro, con le aziende meno propense a fare investimenti in capitale (Capex) e i consumatori con meno disponibilità a spendere. Probabilmente, a quel punto, Powell sarebbe pronto ad agire, vista l'impostazione del doppio mandato della Fed (inflazione e occupazione), sempre che Trump non lo cacci prima. Ma sarebbe davvero un colpo di scena pazzesco, visto che un governatore della Fed può essere sostituito per giusta causa e un disaccordo sulle politiche monetarie non può certamente essere considerato tale.
Conclusioni
In conclusione, ci attende una seconda parte dell'anno estremamente interessante, piena di insidie ma anche di opportunità. Tuttavia, vorrei concludere osservando che non ho mai visto, nella mia esperienza lavorativa, un presidente americano così attivo a livello economico, tanto da farlo sembrare più un CEO di una grande banca d'affari che la massima carica politica sulla terra.
Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management