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16/07/2025

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Dazi USA: un rischio da oltre 3 miliardi per l'export italiano

Cino (Centromarca): l'incertezza sui dazi americani mette a rischio la pianificazione strategica delle industrie italiane e il mercato statunitense

Uno studio recente proietta un impatto economico significativo sull'export italiano di prodotti alimentari e non-food, con perdite stimate tra 500 milioni e 3,3 miliardi di euro, qualora gli Stati Uniti implementassero nuove aliquote daziarie a partire dal 9 luglio. L'analisi, frutto della collaborazione tra Centromarca e Nomisma, delinea scenari specifici in base all'entità dei dazi: un'aliquota del 10% potrebbe ridurre le esportazioni di 489 milioni di euro; il 20% comporterebbe un calo di 1,067 miliardi; il 30% di 1,734 miliardi; il 40% di 2,489 miliardi; e un dazio del 50% causerebbe una diminuzione di 3,334 miliardi. A rendere la situazione più complessa contribuisce il cambio sfavorevole euro/dollaro: nei primi mesi del 2025, la valuta europea ha registrato un apprezzamento del +11% tra gennaio e giugno rispetto al dollaro, raggiungendo i livelli più elevati dal 2022. Questo report sarà condiviso con il Governo e i rappresentanti del mondo politico.

"L'incertezza sull'applicazione dei dazi preoccupa molto le nostre industrie, sia sul piano economico sia perché non consente un'adeguata pianificazione strategica e nella contrattazione con i buyer statunitensi", ha sottolineato Vittorio Cino, direttore generale di Centromarca. Ha inoltre evidenziato come sia "una criticità da non sottovalutare se si considera la rilevanza del mercato d'oltreoceano per i beni alimentari e non alimentari prodotti in Italia". Il mercato USA riveste un ruolo cruciale: nel 2024, le importazioni americane di prodotti alimentari italiani hanno generato un giro d'affari di 9,9 miliardi di euro, segnando una crescita del +161% rispetto al 2014 e rappresentando l'11% dell'export complessivo del settore. L'andamento positivo è proseguito anche nei primi quattro mesi del 2025, con un aumento del 14% in valore rispetto allo stesso periodo del 2024. Per affrontare queste sfide, Centromarca supporta le aziende con analisi dedicate e mantiene un dialogo costante con i suoi corrispondenti a Bruxelles e con i ministeri competenti.

La combinazione di potenziali dazi e un tasso di cambio meno favorevole renderebbe i prodotti italiani più costosi e meno attrattivi per i consumatori statunitensi, rischiando di compromettere sia i margini di profitto che i volumi esportati. Per valutare la reazione del pubblico, Nomisma ha condotto un sondaggio su 2.000 cittadini americani. I risultati indicano che l'85% degli intervistati è a conoscenza dell'esistenza dei dazi, e il 50% prevede un impatto negativo sui propri acquisti. Di fronte a un ipotetico aumento del prezzo del 20% causato dai dazi, la maggioranza dei consumatori ha dichiarato che continuerebbe ad acquistare prodotti italiani. Tuttavia, una percentuale significativa, compresa tra il 30% e il 40%, ridurrebbe i propri acquisti. Si prevede che le produzioni italiane più facilmente sostituibili con beni realizzati negli Stati Uniti o in altri paesi subirebbero l'impatto maggiore. Al contrario, prodotti di alta qualità o meno sostituibili, come formaggi e vini a denominazione di origine protetta (DOP) o marchi celebri, potrebbero subire conseguenze meno gravi.

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