Imprenditoria italiana 2025: tra resilienza e innovazione, il 96% investirà nonostante i dazi
Lenzi (EY): gli imprenditori mostrano ottimismo sulla capacità di innovare, con il 56% che ha già implementato progetti di Intelligenza Artificiale
L'imprenditoria italiana dimostra una straordinaria capacità di adattamento e innovazione nonostante lo scenario economico e geopolitico incerto. È quanto emerge dall'indagine condotta da EY Private in collaborazione con SWG, realizzata in occasione della XXVIII edizione del Premio L'Imprenditore dell'Anno®, riconoscimento che dal 1997 celebra gli imprenditori capaci di contribuire significativamente allo sviluppo economico, ambientale e sociale del Paese.
"Il Premio EY L'Imprenditore dell'Anno® continua a riconoscere e celebrare l'eccellenza imprenditoriale in Italia da quasi 30 anni. Nonostante la situazione economica globale e nazionale incerta, il 68% degli imprenditori è ottimista riguardo alla capacità delle imprese italiane di innovare", commenta Enrico Lenzi, Responsabile Italia del Premio EY L'Imprenditore dell'Anno®. "Infatti, secondo l'indagine EY-SWG, il 96% degli imprenditori ha dichiarato di voler investire in innovazione e sostenibilità nei prossimi due anni. Questo dimostra la capacità delle nostre imprese di adattarsi e prosperare anche in contesti di incertezza economica".

La ricerca, condotta tra aprile e maggio 2025 su un campione di 60 aziende italiane di medio-grandi dimensioni, ha esplorato sfide, strategie e prospettive future dell'imprenditoria italiana, con particolare attenzione all'impatto delle tensioni geopolitiche e delle nuove tecnologie come l'Intelligenza Artificiale.
"Lo scenario geopolitico attuale richiede alle aziende interventi ad ampio spettro: investimenti, tecnologia, ricerca e sviluppo, sostenibilità, supply chain e approvvigionamento sono i temi chiave emersi dall'indagine EY-SWG", afferma Massimo Meloni, EY Italy Private Leader and Italy Audit & Assurance Market Leader. "Il 56% delle imprese ha già implementato progetti legati all'Intelligenza Artificiale, e oltre la metà di queste ne valuta positivamente l'impatto, mentre la restante parte non è ancora in grado di valutarne per ora effetti tangibili".
Nonostante quasi la metà degli imprenditori intervistati valuti negativamente la situazione economica globale attuale e il 44% esprima un giudizio negativo sulla situazione economica italiana, emerge un forte ottimismo sulla capacità innovativa delle imprese nazionali, con il 68% che si dichiara fiducioso.
Il 96% degli imprenditori prevede di effettuare investimenti nel prossimo biennio, concentrandosi principalmente su ricerca e sviluppo (60%), rinnovo dei macchinari e delle tecnologie di produzione (58%), sostenibilità ambientale, economica e sociale (56%), implementazioni di tecnologie basate sull'IA (48%) e personale (44%).
Lo scenario geopolitico ha spinto le aziende italiane a rivedere le proprie strategie in diversi ambiti: investimenti in tecnologia (59%), approvvigionamento delle materie prime (57%), settore energetico (56%) e strategie di import/export (49%).
Riguardo ai dazi imposti dagli Stati Uniti ad aprile, il 56% degli intervistati ritiene che questi avranno un impatto negativo sulla propria azienda, costringendo a modificare completamente la strategia aziendale e a riorganizzare il rapporto con il mercato statunitense (37%). Tuttavia, il 55% non crede che eventuali dazi di ritorsione dell'Unione Europea sui prodotti americani avrebbero un impatto diretto sulla propria attività.
Nel campo dell'Intelligenza Artificiale, gli imprenditori identificano come principali opportunità le analisi predittive (64%), l'aumento dell'efficienza (62%), l'ottimizzazione delle risorse (54%) e il miglioramento dei servizi al cliente (38%). Le sfide più significative riguardano invece le questioni etiche (48%), i problemi di privacy (42%) e la potenziale perdita di posti di lavoro (38%).
Il 56% delle aziende ha già implementato progetti di IA nei processi aziendali, principalmente nell'analisi dei dati (55%), nelle attività di marketing e automazione dei processi amministrativi (36%), nella cybersecurity e protezione dei dati (32%) e nell'ottimizzazione dei processi produttivi (28%). L'integrazione dell'IA ha comportato soprattutto interventi sulla formazione dei dipendenti (54%) e sull'inserimento di personale con nuove competenze (32%).
Il 53% delle imprese valuta positivamente l'impatto dei progetti legati all'IA, mentre il 40% ritiene sia ancora presto per trarre conclusioni definitive. Solo il 25% delle aziende che hanno implementato l'IA afferma che questa abbia già portato a risparmi o generato profitti.
Guardando al futuro, un'azienda su quattro pianifica di investire nell'IA oltre 500.000 euro nei prossimi cinque anni, mentre oltre la metà del campione prevede investimenti inferiori a questa cifra. Il 94% degli imprenditori concorda sulla necessità di una formazione continua sulle nuove tecnologie emergenti, e il 77% ritiene che l'IA porterà a un aumento della produttività, pur esprimendo preoccupazione (71%) per una possibile forte dipendenza da tecnologie esterne.