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11/06/2025

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Dove sono i 2.211 miliardi di risparmi degli italiani e perché contano per l'UE

Connact Finance & Insurance: risorse cruciali per la crescita e gli investimenti produttivi in Europa

Le famiglie italiane detengono una notevole ricchezza finanziaria, quantificata in 2.211 miliardi di euro, pari a 37.525 euro per ogni cittadino. Questi dati, frutto di un'elaborazione congiunta di Fabi e Withub basata su statistiche di Banca d’Italia e Istat, sono stati presentati nel corso di un evento organizzato da Connact, in collaborazione con il Parlamento europeo. Il convegno ha acceso i riflettori sul piano UE noto come Saving and Investments Union, un'iniziativa volta a mobilitare le risorse finanziarie europee per sostenere investimenti strategici in settori come industria, difesa e tecnologia.
Al centro del dibattito vi è la questione cruciale di come finanziare la competitività italiana, in linea con la sollecitazione dell'Unione Europea ai governi nazionali per indirizzare i risparmi verso le imprese. L'analisi di Fabi e Withub offre uno spaccato dettagliato della situazione attuale dei risparmi italiani. Dei 2.211 miliardi di euro totali, 1.131 miliardi di euro (dato aggiornato al 31 dicembre 2024) sono costituiti da depositi bancari, ovvero liquidità detenuta dalle famiglie sui conti correnti. La parte rimanente, che ammonta a 1.079 miliardi di euro, è investita in titoli, fondi o azioni.

L'elaborazione fornisce anche una "geografia" dei depositi bancari e dei risparmi complessivi. Considerando i soli depositi bancari pro-capite a livello provinciale, la classifica vede al primo posto Bolzano con 29.692 euro. Seguono Milano (26.989 euro), Piacenza (26.869 euro), Belluno (24.912 euro) e Sondrio (24.834 euro). Nelle ultime posizioni si trovano Siracusa, Trapani e Crotone.;

Guardando invece ai risparmi totali pro-capite (somma di depositi e investimenti) al 31 dicembre 2024, la provincia di Milano è leader con 71.671 euro. Seguono Biella (61.711 euro), Modena (57.238 euro), Piacenza (56.362 euro) e Genova (55.037 euro). Le province con il minor risparmio totale pro-capite sono Catania, Trapani, Siracusa, Ragusa e Crotone.;

Un dato significativo riguarda la componente degli investimenti, che ha mostrato un incremento su scala nazionale del 39,8% rispetto al 2022 (dato al 31 dicembre), con una crescita particolarmente accelerata nel Sud Italia.


Nonostante l'ampia disponibilità di risparmi, l'Europa in generale fatica a indirizzarli verso investimenti produttivi. Secondo un'analisi del Centro Studi del Circolo Esperia, presentata all'evento, il vecchio continente detiene uno stock di risparmi di 9,5 trilioni di euro, una cifra circa tre volte superiore a quella degli Stati Uniti, e vanta un tasso di risparmio elevato, pari al 15% nel 2024, contro il 5% statunitense. Tuttavia, questi risparmi sono spesso parcheggiati in forme conservative o finiscono per finanziare mercati extra-UE.
Dati rielaborati da una ricerca del MES (Meccanismo europeo di stabilità) indicano che in Europa, in media, solo il 31% dei risparmi è investito in azioni e fondi di investimento (in Italia la quota è del 41%), riflettendo una generale avversione al rischio nell'allocazione del patrimonio. Il confronto con gli Stati Uniti è marcato: le società di private equity americane, con asset gestiti per 12,8 trilioni di dollari, supportano un'attività economica che genera circa 12 milioni di posti di lavoro e il 6,5% del PIL statunitense (1,4 trilioni di dollari), come evidenziato dall'analisi del Centro Studi del Circolo Esperia. Si stima che, se una parte significativa dei depositi europei venisse investita in operazioni di private equity e venture capital, si potrebbero generare milioni di posti di lavoro e aggiungere almeno 500 miliardi al PIL europeo.

Durante il dibattito, Maria Luisa Gota, Responsabile Divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo e Amministratore Delegato di Eurizon Capital SGR, ha rimarcato l'urgenza di "indirizzare il risparmio fermo sui conti correnti verso investimenti produttivi, convogliando le risorse a vantaggio della crescita dei mercati europei". Ha sottolineato l'importanza di "aiutare i risparmiatori a sviluppare la propensione all’investimento e allungare l’orizzonte temporale, per cogliere le opportunità di rendimento sui mercati".
Fabio Marchetti, Group Head of International Public Affairs and Regulatory Advocacy di Generali, ha evidenziato come "Incrementare la fiducia nell’investimento finanziario e mobilitare i risparmi oggi detenuti sotto forma di liquidità e depositi sarà sempre più strategico a supporto dell’economia reale e della competitività". Secondo Marchetti, ciò richiede un'evoluzione del quadro normativo verso "maggiore omogeneità tra i mercati, semplificazione e trasparenza", insieme a "incentivi a supporto degli investimenti retail a lungo termine".


Per Stefano Firpo, Direttore Generale di Assonime, "Canalizzare il nostro cospicuo risparmio verso investimenti produttivi implica fare importanti scelte di policy". Tali scelte, ha specificato Firpo, riguardano il rilancio della Borsa, la competitività dell'industria del risparmio gestito, la riforma della fiscalità e il potenziamento dell'industria dei fondi pensione. Questioni fondamentali anche per la costruzione di una vera Capital Markets Union europea.
Infine, Ignace Gustave Bikoula, Responsabile del Servizio affari normativi e rapporti con l'UE di Federcasse, ha sottolineato la necessità di tornare ad assumere rischi ragionati per favorire le transizioni e rafforzare la coesione sociale ed economica. Ha identificato le Banche di Credito Cooperativo (BCC) come attori chiave dell'ecosistema di prossimità dell'economia sociale, sottolineando l'esigenza di adeguatezza e riconoscimento dei prodotti finanziari a supporto delle realtà locali.


L'evento ha goduto del patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di ENEA, del Comitato europeo delle Regioni, e di diverse Regioni italiane e della Provincia Autonoma di Bolzano. L'iniziativa è stata promossa da Assonime, Federcasse, Generali e Intesa Sanpaolo

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