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05/03/2025

leisure

Il capitalismo della creatività: tra diritto d'autore e AI - Libro "Il Capitalismo della creatività"

Analisi critica del libro di Bellos e Montagu, tra tutela degli autori e libertà creativa

A pochi giorni dall'approvazione della delibera dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) che rafforza il regolamento sull'oscuramento dei siti illegali previsto dalla delibera n. 680/13/CONS, aggiornandolo alle nuove previsioni del Digital Service Act, della Legge antipirateria n. 93/2023, del Decreto Omnibus e del Testo unico dei servizi media, si segnala un testo che molto ha fatto discutere.

Analisi del libro "Il Capitalismo della creatività"


Si tratta de Il Capitalismo della creatività. Passato, presente e futuro del diritto d'autore, di Davis Bellos e Alexandre Montagu, edito da Marsilio. Un testo verso il quale, forse più che in altri casi, si possono avere approcci radicalmente opposti. O di paladini del pensiero degli autori, o difensori dei diritti di paternità e sfruttamento economico dell'opera che, in quanto tali, non possono essere travolti, negati e spolpati in onore della libertà di manifestazione del pensiero e di elaborazione creativa.


Sintesi del pensiero degli autori

Gli autori, con molta astuzia, partono da un assunto semplice, declinando semplici domande: vi siete mai chiesti a chi appartiene la frase che state leggendo o il brano che avete appena ascoltato? Siete sicuri di poter condividere quell'immagine sui social? Consapevoli o meno, siamo circondati dal diritto d'autore: dai film ai linguaggi di programmazione, dai libri ai giocattoli e persino ad alcuni colori, la maggior parte della cultura moderna e contemporanea non è libera da vincoli di utilizzo e non lo sarà ancora per generazioni. Sorto nell'Inghilterra del XVIII secolo per contrastare le edizioni pirata e garantire una rendita agli scrittori, "il diritto d'autore ha finito per ingabbiare ogni prodotto della creatività umana". Bellos e Montagu. Fino ad essere - spiegano gli Autori - "un'immensa macchina da soldi per multinazionali che sul copyright hanno fondato imperi". Ma come si è passati dalla tutela del singolo a un sistema che privatizza ogni bene intangibile e crea un'incolmabile disuguaglianza fra chi lo «possiede» e chi ne «fruisce»?


Critica al sistema del diritto d'autore


Nel denunciare le storture di un apparato legislativo che privilegia le grandi aziende a scapito degli individui, gli Autori tracciano una storia culturale e politica del diritto d'autore, passando per Taylor Swift, Victor Hugo, Topolino, Bruce Springsteen e molti altri, spingendosi fino alle soglie della «frontiera più nebulosa del diritto d'autore»: l'AI.


Considerazioni finali

Un approccio, che non si condivide, che demonizza il copyright, perdendo di vista, e forse ritenendolo male peggiore, il diritto di chi crea e di chi organizza e finanzia la produzione creativa. Un passaggio verso il quale è molto diffusa la presa di posizione a favore del riconoscimento dei diritti d'autore. Il risultato complessivo del testo è un appassionante, smaccatamente schierato, manifesto per la libertà creativa, che mira a scardinare l'impero della proprietà intellettuale, «il dominio feudale del nostro tempo». Personalmente auspico che quest'ultima resista e sappia emergere anche nella complessa fase che viviamo di dibattito sull'AI.

Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione


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