Produttività in calo: l'Italia frena
L'ISTAT ha lanciato l'allarme: la produttività del lavoro in Italia crolla del 2,5%, un dato preoccupante che si scontra con la crescita media dello 0,5% dell'ultimo decennio.
I nuovi posti di lavoro, spesso a bassa produttività, si traducono in salari ridotti.
Un problema strutturale, che l'ISTAT segnala ormai da anni.
Dal 1995 al 2023, la produttività totale dei fattori, motore della crescita, è rimasta ferma, mentre la produttività del lavoro è cresciuta solo un quarto della media europea.
Ecco perché l'Italia fatica a crescere e i salari restano bassi.
Un esempio?
Un cameriere assunto in un ristorante affollato può portare a un aumento del fatturato, ma se il numero di cuochi e la dimensione della cucina restano invariati, la produttività individuale diminuisce.
È fondamentale affrontare le cause di questa stagnazione.
Ma soprattutto serve un dibattito politico-economico serio su questi temi, per rilanciare la produttività, il PIL e i salari.
Altrimenti, l'Italia rischia di rimanere al palo. Ignorare questo segnale d'allarme sarebbe un grave errore per il futuro del Paese.