Famiglie italiane e il digitale: preoccupazioni e nuove tendenze
EY rivela le preoccupazioni delle famiglie italiane riguardo al tempo online e alle nuove tecnologie
L'ultimo studio EY Decoding the Digital Home Study 2024, condotto su un campione di 1000 famiglie italiane e 20.000 a livello globale, ha svelato un quadro complesso del rapporto tra le famiglie italiane e il mondo digitale. Il dato più significativo è la preoccupazione crescente per il tempo trascorso online: il 42% delle famiglie italiane esprime preoccupazione per l'impatto sul benessere dei propri membri, con un interesse crescente per il "digital detox". Una percentuale addirittura superiore, il 44%, riflette spesso sull'influenza negativa della connessione sulla propria vita.
Giuseppe Donatelli, Italy TMT Leader di EY commenta: "La sovraesposizione digitale nella vita di tutti i giorni è sempre più evidente, il 36% delle persone trascorre più tempo sui social network che a interagire con amici e comunità, evidenziando un cambiamento nelle dinamiche sociali che merita attenzione. Dalla nostra analisi emerge anche una crescente consapevolezza dei rischi associati all'iperconnessione, e i timori dei consumatori sulla quantità di tempo trascorso online sono evidenti.
Quattro famiglie su dieci sono preoccupate per il tempo che i membri della famiglia passano online, infatti, oltre il 40% dei consumatori italiani cerca di disintossicarsi digitalmente limitando il tempo di utilizzo di smartphone o altri dispositivi connessi. Un segnale chiaro della necessità di trovare un equilibrio tra vita digitale e reale, riconoscendo l'importanza del proprio benessere psico-fisico."
Connettività instabile e la sfida della rete mobile
La qualità della connettività rimane un punto critico. Il 26% delle famiglie italiane dichiara di riscontrare frequentemente una connessione internet di rete fissa instabile, un dato in leggero miglioramento rispetto all'anno precedente ma ancora significativo. Il 35% delle famiglie sta addirittura considerando di sostituire la connessione fissa con quella mobile, principalmente per motivi di risparmio (44%).
La scelta del fornitore di servizi internet è fortemente influenzata dalla velocità di connessione (49%) e dalla chiarezza delle tariffe (47%), mentre il cambio di operatore è percepito come un processo complesso e dispendioso dal 36% degli intervistati. Anche la qualità del segnale dati mobile in casa presenta problemi per un terzo delle famiglie.
Streaming e TV tradizionale: un panorama frammentato
Il mercato dello streaming, pur in continua evoluzione, riflette le priorità delle famiglie italiane. Il costo mensile (64%) e l'accesso a contenuti specifici sono i fattori principali nella scelta delle piattaforme. I contenuti originali e esclusivi sono molto apprezzati (36%, rispetto al 25% della media globale), e le piattaforme di streaming sono leader nella visione di film (45%) e serie TV (33%). La TV tradizionale, però, mantiene il suo ruolo primario per l'informazione, utilizzata dal 56% per aggiornarsi sulle news. Nonostante la popolarità, la metà degli utenti di piattaforme streaming ritiene di pagare troppo per contenuti non visti e desidera una migliore personalizzazione delle raccomandazioni. L'eccessiva scelta di piattaforme (53%) contribuisce a questa sensazione di sovraccarico. L'inflazione ha un impatto significativo, con il 30% delle famiglie che ha cancellato o prevede di cancellare almeno un servizio di streaming, mentre il 31% si è nuovamente abbonato a servizi precedentemente disdetti.
Smart Home: sicurezza e privacy al centro delle preoccupazioni
La diffusione della smart home in Italia è ancora limitata, con la smart TV come dispositivo più diffuso (69%), seguita da console di videogiochi (23%) e assistenti vocali (23%). La sicurezza dei dati è una preoccupazione fondamentale: il 51% delle famiglie ritiene impossibile proteggere completamente i propri dati online, e il 50% teme gli attacchi hacker ai dispositivi connessi. L'adozione di tecnologie smart home è ostacolata dalla scarsa percezione del valore, dai problemi di convenienza e sicurezza. L'AI genera preoccupazioni riguardo all'affidabilità dei contenuti online (56%), con una percentuale ancora più alta (62%) che teme il suo utilizzo da parte di "malintenzionati" per creare contenuti falsi o pericolosi.
La necessità di risparmio e l'interesse per i servizi premium
La crisi economica spinge le famiglie italiane a cercare di ridurre i costi dei servizi digitali: il 29% è disposto a passare a un abbonamento internet più economico e il 44% è interessato agli abbonamenti di streaming supportati da pubblicità. Tuttavia, persiste un interesse per i servizi premium, con il 41% disposto a pagare di più per una piattaforma aggregata di TV, video e contenuti, e il 37% per un piano mobile illimitato. Questo evidenzia la ricerca di un equilibrio tra risparmio e qualità. Il 40% delle famiglie considera la crisi del costo della vita come un fattore che spinge verso la scelta di servizi integrati da un unico fornitore, apprezzando la semplicità di fatturazione e il servizio clienti unificato.
Il controllo della domanda digitale: contenuti pericolosi e disinformazione
Il sovraccarico di informazioni online è evidente, con il 42% dei consumatori che cerca attivamente un "digital detox". Più di un terzo delle famiglie (42%) assiste a contenuti pericolosi online e il 38% li riceve direttamente, e oltre il 60% teme che i figli possano accedere a contenuti dannosi o che le notizie trovate su internet siano fake news. C'è una forte richiesta di azioni per contrastare contenuti dannosi, con il 40% delle famiglie che ritiene che i governi e le autorità debbano fare di più. Per quanto riguarda le piattaforme social, le priorità sono la rimozione di contenuti dannosi (53%), il blocco degli utenti che li diffondono (43%) e una verifica più rigorosa dell'identità e dell'età (39%).
L'importanza dell'esperienza fisica nel percorso d'acquisto
Nonostante la crescente digitalizzazione, quattro famiglie italiane su dieci preferiscono ancora visitare fisicamente un negozio come primo passo nel processo di acquisto di prodotti o servizi digitali. La consulenza degli addetti ai negozi (47%) è ritenuta più importante rispetto alle informazioni online (42%). Questo evidenzia il ruolo cruciale dell'interazione umana nelle decisioni di acquisto, e la necessità per i fornitori di servizi di sviluppare strategie omnicanale efficaci. L'AI generativa sta avendo un impatto: a livello globale, il 35% dei rispondenti (38% in Italia) percepisce il potenziale dei chatbot per risolvere problemi di installazione e prestazioni. Tuttavia, molti consumatori desiderano strumenti più efficaci che combinino l'AI con la consulenza umana, sottolineando la necessità di maggiore trasparenza sull'utilizzo dell'AI da parte dei fornitori di servizi (57% in Italia).