Bolle speculative: l'Europa rischia un effetto domino finanziario?
Chibane e Giménez-Roche (NEOMA): il credito facile alimenta bolle speculative
Le politiche monetarie accomodanti dell'Unione Europea, pur sostenendo la crescita a breve termine, potrebbero generare bolle speculative con il rischio di un effetto domino finanziario. Uno studio condotto da ricercatori della NEOMA Business School, tra cui Messaoud Chibane e Gabriel Giménez-Roche, analizza i rischi del credito facile per la stabilità finanziaria dell'Eurozona.
Investimenti distorti e malinvestimento
Il credito facile distorce le decisioni di investimento, incentivando progetti a lungo termine incerti e poco produttivi. Le imprese, meno attente ai fondamentali economici, tendono a privilegiare il riacquisto di azioni anziché investire nello sviluppo industriale. «Quando i tassi di interesse vengono artificialmente mantenuti a livelli molto bassi, la percezione del rischio si offusca. Gli operatori economici finiscono per adottare strategie che gonfiano le valutazioni di mercato, senza però creare un valore solido e duraturo», spiegano i ricercatori.
L'effetto domino sui mercati azionari europei
Lo studio, analizzando cinque importanti economie dell'Eurozona (Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi), ha evidenziato una crescente sincronizzazione dei mercati azionari in caso di aumento della probabilità di un crollo. «Un crollo localizzato non è più un evento isolato: può propagarsi rapidamente agli altri mercati, innescando una reazione a catena. In un'unione monetaria così integrata, anche il più piccolo shock su un grande mercato può mettere a rischio la stabilità finanziaria di tutta la zona euro», avvertono i ricercatori.
Prevenire le bolle speculative: un approccio proattivo
Per mitigare i rischi, lo studio propone l'introduzione di uno strumento per valutare la probabilità di un crollo e restringere temporaneamente il credito in caso di aumento del rischio. «L'obiettivo è intervenire al momento giusto. Riducendo l'erogazione di credito non appena gli indicatori iniziano a segnalare un rischio crescente, si possono evitare bolle troppo fragili e proteggere i mercati da una contagiosità incontrollata», sottolineano gli autori.
Lo studio invita autorità monetarie, regolatori e investitori a monitorare attentamente gli effetti a lungo termine delle politiche di sostegno, adottando un approccio preventivo per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'Eurozona.