C'era una volta il mercato bancario italiano
Il settore bancario italiano, un tempo immobile e controllato dallo Stato, si è trasformato in un'arena dinamica, dove le operazioni di mercato si susseguono a ritmo frenetico. L'offerta di Unicredit su Banco BPM, in un contesto già movimentato dall'Opa di quest'ultima su Anima, solleva interrogativi cruciali. La passivity rule frena Banco BPM, mentre sullo sfondo si delineava una possibile soluzione per MPS, con il coinvolgimento della stessa Banco BPM e di investitori privati come Caltagirone e Luxottica.Questa frenesia di operazioni riflette la necessità delle banche italiane di consolidarsi per competere a livello europeo. Unicredit, guidata da Andrea Orcel, con Piercarlo Padoan alla presidenza, aveva già tentato un'operazione con Banco BPM, mentre quest'ultima è ancora in corsa per Commerzbank.
In questo scenario in continua evoluzione, è fondamentale che il mercato operi secondo regole chiare e trasparenti, garantendo la creazione di valore per gli azionisti. Il ruolo delle banche, tuttavia, non si esaurisce nella massimizzazione dei profitti. Esse hanno la responsabilità di sostenere l'economia reale, fornendo credito alle imprese e alle famiglie.
In questa corsa al consolidamento, non si rischia di dimenticare la funzione sociale del credito, privilegiando gli interessi dei grandi fondi internazionali a discapito dell'economia reale?