Welfare aziendale: quanto contano davvero i benefit per cambiare lavoro? I dati 2024 | BusinessCommunity.it
BusinessCommunity.it

27/11/2024

fare

Welfare aziendale: quanto contano davvero i benefit per cambiare lavoro? I dati 2024

Epassi (GEBS 2024): l'83% dei dipendenti italiani valuta il cambio lavoro per migliori benefit

Nel contesto competitivo del mercato del lavoro, i benefit aziendali giocano un ruolo sempre più cruciale. È quanto emerge dal "Great Employee Benefit Study 2024" (GEBS), condotto dal Gruppo Epassi in collaborazione con l'Università di Aalto, sotto la direzione della ricercatrice Elina Koivisto. Lo studio ha coinvolto 2.400 dipendenti e 726 datori di lavoro di quattro Paesi europei: Italia, Regno Unito, Svezia e Finlandia, con l'obiettivo di analizzare il benessere dei lavoratori, gli investimenti delle imprese e l'influenza della tecnologia nel welfare aziendale.

Secondo l'indagine, l'83,2% dei dipendenti italiani prenderebbe in considerazione il cambiamento di lavoro per ottenere un pacchetto di welfare più vantaggioso. In Svezia, invece, i benefit sembrano meno rilevanti, ma in Italia e Regno Unito ben il 75% degli intervistati li considera fondamentali. Nonostante questo, meno della metà dei lavoratori si sente adeguatamente supportata dai propri datori di lavoro, evidenziando un chiaro divario tra le percezioni aziendali e le reali esigenze dei dipendenti.
Le aziende europee stanno cercando di colmare questo gap. Secondo Inkwood Research, il mercato del welfare aziendale in Europa cresce a un ritmo del 6,5% annuo, con una stima di oltre 43 miliardi di euro entro il 2032. Ma non basta offrire semplici benefit: i pacchetti devono essere sempre più personalizzati. In Italia, il 50% delle aziende riconosce che un approccio su misura è essenziale per attrarre e trattenere talenti, come conferma il 7° rapporto Censis-Eudaimon.

Secondo Alberto Perfumo, amministratore delegato di Eudaimon, parte del Gruppo Epassi, "il confronto con altri Paesi europei rivela che l'Italia ha sviluppato un approccio più olistico al welfare, con un focus non solo sul lavoratore come individuo, ma anche sul suo contesto familiare e sociale". Elina Koivisto ha aggiunto che "la employee experience e i benefit sono elementi chiave per l'employer brand, fondamentali per attrarre e trattenere talenti". La comunicazione aperta e soluzioni su misura sono cruciali per massimizzare l'impatto degli investimenti nel benessere dei dipendenti.

Ma quali sono i benefit più desiderati dai lavoratori europei? In tutti i Paesi analizzati, l'assistenza sanitaria sul lavoro si conferma il più apprezzato. Per il 2025, le aziende prevedono di aumentare i budget per la formazione professionale e le assicurazioni. In Svezia e Italia si prevede anche un incremento delle risorse destinate al supporto per i familiari a carico.
Lo studio ha chiesto ai lavoratori di indicare i fattori che migliorerebbero il loro benessere sul posto di lavoro. Tra i più importanti: orari flessibili (20,9%), lavoro da remoto (12,5%) e il dialogo aperto in azienda (11,7%). Anche i datori di lavoro hanno sottolineato la necessità di investire in queste aree per garantire il benessere dei collaboratori, evidenziando una crescente attenzione alla qualità della vita complessiva delle persone.


L'analisi conferma che il welfare aziendale sta evolvendo verso una visione sempre più completa e integrata, dove la personalizzazione dei benefit è destinata a diventare un pilastro strategico per le imprese europee

BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
Politica della Privacy e cookie


Copertina BusinessCommunity.it