Le aziende devono oggi porre attenzione al cambiamento e non farsi travolgere
Nierling (Porsche Consulting): le aziende devono trasformarsi velocemente per affrontare le sfide globali
Le aziende oggi si trovano in una posizione particolare. Da un lato l'innovazione, la spinta dell'industria 5.0, i grandi cambiamenti di processi e l'intelligenza artificiale che bussa alle porte, dall'altra i conti, le pressioni fiscali e inflazionistiche, i mercati sempre meno prevedibili e concorrenti che emergono dal nulla. Niente di nuovo, di potrebbe dire, solo che le turbolenze sono rapidissime e gli effetti possono essere imprevedibili. Ne abbiamo parlato con Josef Nierling, Amministratore Delegato di Porsche Consulting durante il World Business Forum, partendo da due punti fondamentali: innovazione e modelli organizzativi.
Ci troviamo in un momento in cui l'intelligenza artificiale è sempre più presente nelle discussioni aziendali. Ma al di là dell'AI, quali sono le altre tendenze che sta osservando nel mercato?
È vero, l'intelligenza artificiale è un tema caldo, ma quello che vedo al momento è un contesto in cui molte aziende stanno affrontando delle trasformazioni profonde. Alcune sono in fase di restructuring perché in crisi - basta guardare settori come l'automotive o la chimica - mentre altre si stanno adattando alle nuove tecnologie, che le spingono a cambiare i propri modelli di business. In entrambi i casi, ciò che emerge è la necessità di ripensare l'organizzazione, perché quando il mondo intorno a te cambia, hai bisogno di un nuovo modello organizzativo.
Quindi stiamo parlando di un cambiamento culturale manageriale?
Sì, esattamente. Siamo in una fase in cui la pressione sulle aziende è aumentata enormemente. Il periodo di "revenge spending" post-pandemico è finito, e le tensioni economiche, come l'inflazione, stanno spingendo le imprese a rivedere le loro strategie. Le aziende non possono più affidarsi a una crescita organica; devono affrontare un contesto globale sempre più difficile, dove la geopolitica, i dazi, e le guerre commerciali stanno ridisegnando i mercati. Per sopravvivere e prosperare, devono adottare nuovi modelli operativi e piani di trasformazione.
Tornando al tema dell'AI, ha accennato a un vostro progetto legato all'analisi delle comunicazioni dei CEO. Può dirci qualcosa di più?
Abbiamo utilizzato l'intelligenza artificiale per analizzare le comunicazioni ufficiali dei CEO delle principali aziende quotate in Germania, cercando correlazioni tra la loro performance finanziaria e fattori "soft", come la cultura aziendale o l'organizzazione interna. I risultati sono stati molto interessanti: abbiamo notato che le aziende con nuovi approcci culturali e organizzativi sono quelle che stanno ottenendo le migliori performance finanziarie. Questo dimostra quanto siano cruciali il cambiamento culturale e l'innovazione per il successo a lungo termine.
Questo è un esempio interessante di come l'AI possa supportare le decisioni aziendali. Ma quali sono i colli di bottiglia principali che le imprese devono affrontare oggi?
Più che colli di bottiglia tecnici, il vero ostacolo è spesso la mancanza di una visione forte o di una velocità sufficiente nel processo di trasformazione. Le aziende sanno che devono cambiare, ma molti leader non riescono a reagire rapidamente alle pressioni esterne, come i cambiamenti geopolitici o le barriere commerciali. Il vero collo di bottiglia è la necessità di una leadership visionaria, capace di guidare le aziende in tempi difficili e di trovare nuove modalità operative in breve tempo.
In Italia, spesso parliamo anche di una crisi generazionale nella leadership. Come vede questo aspetto in relazione alle opportunità offerte dall'AI e dalla tecnologia?
Il problema generazionale è reale, soprattutto in Italia, dove molte aziende familiari stanno affrontando la sfida del ricambio di leadership. Ma questa sfida può essere trasformata in un'opportunità grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie. Strumenti come l'intelligenza artificiale consentono alle aziende di essere più agili, di dialogare con nuovi mercati e di migliorare processi che prima erano complessi o inefficienti. Il nostro compito, come consulenti, è aiutare le imprese a comprendere come sfruttare queste tecnologie e integrarle nei loro modelli operativi.
Quali sono i principali strumenti tecnologici che state utilizzando in Porsche Consulting per supportare le aziende?
Oggi abbiamo a disposizione moltissimi strumenti che permettono alle aziende di fare salti significativi in avanti. Ad esempio, stiamo utilizzando intelligenza artificiale non solo per analizzare dati complessi, ma anche per migliorare i processi aziendali. Nell'industria manifatturiera, ad esempio, abbiamo applicato l'AI per comprendere fenomeni che con metodi tradizionali non sarebbero stati facilmente rilevabili. Questo ci permette di ottimizzare le performance e di identificare aree di miglioramento in modo molto più preciso e rapido.
Il nostro ruolo come Porsche Consulting è aiutare le aziende a individuare le strategie migliori per adottare queste tecnologie e sfruttarle al massimo. Ma, come dicevo prima, il vero cambiamento non è solo tecnologico, è culturale. Le aziende devono creare una cultura della sperimentazione, dove non si ha paura di provare nuovi strumenti e metodi. Il leader di oggi deve saper delegare e favorire l'innovazione, non essere un capo gerarchico ma un vero facilitatore del cambiamento.
Ha parlato di lavorare oltre i confini aziendali. Può farci un esempio concreto?
Un esempio interessante è un progetto che abbiamo sviluppato in Germania, nel settore aeroportuale. Dopo la pandemia, molti grandi aeroporti hanno affrontato difficoltà nella gestione dei servizi e nella puntualità dei voli. Abbiamo utilizzato l'intelligenza artificiale per analizzare i dati condivisi tra diverse entità: l'aeroporto, le compagnie aeree e i fornitori di servizi accessori. Questa collaborazione tra aziende diverse ha permesso di migliorare l'esperienza del passeggero. È un esempio di come, lavorando in modo trasversale e rompendo i confini aziendali, si possano ottenere risultati migliori. Questo tipo di approccio sarà sempre più importante in futuro.
Come sta cambiando Porsche Consulting per affrontare il mercato in questa fase?
Anche noi ci stiamo trasformando. Stiamo rompendo i silos interni e favorendo una maggiore collaborazione internazionale tra le nostre sedi. In passato, eravamo più focalizzati su specifici settori o mercati locali. Oggi, invece, cerchiamo di mettere in contatto le migliori competenze a livello globale per risolvere i problemi dei nostri clienti. Ad esempio, potremmo avere un esperto di una tecnologia specifica in Cina o in Francia, e lo facciamo collaborare con i team in Italia o negli Stati Uniti se è rilevante per un progetto. Stiamo sfruttando al massimo le possibilità offerte dalla tecnologia, come le piattaforme di comunicazione digitale, che ci permettono di lavorare insieme a prescindere dalle distanze geografiche.
Quindi, in che modo la tecnologia sta aiutando anche la vostra organizzazione interna?
La tecnologia ha avuto un impatto enorme sulla nostra organizzazione. Strumenti come Teams o Zoom hanno reso la comunicazione immediata e ci permettono di collaborare su scala globale. Oggi possiamo mettere in campo le migliori risorse, indipendentemente da dove si trovino, e superare le barriere geografiche che una volta rendevano più complesso il lavoro transnazionale. Questo approccio ci ha permesso di affrontare le sfide del mercato in modo più rapido ed efficiente, e di rispondere meglio alle esigenze dei nostri clienti.
