Influencer marketing: boom di investimenti e focus sull'etica in Italia
Spinelli (Kolsquare): aziende italiane attente all'integrità nelle collaborazioni con i creator
Il panorama dell'influencer marketing in Italia sta vivendo una fase di moderato ottimismo, con il 46% delle aziende che prevede una crescita degli investimenti in collaborazioni con creator fino al 50% in più all'anno nel prossimo lustro. Questa percentuale sale al 66% considerando solo il 2025. Questi dati emergono dal Rapporto sull'Influencer Marketing in Europa nel 2024, realizzato da Kolsquare, B-Corp francese specializzata nel settore, in collaborazione con la società di ricerca NewtonX.
Il rapporto evidenzia alcune peculiarità del mercato italiano. La condotta etica e la trasparenza dei content creator sono i requisiti principali nella scelta delle collaborazioni per il 59% delle aziende, mentre il 77% richiede agli influencer di firmare carte etiche e valoriali, un dato significativamente più alto rispetto al resto d'Europa.
Federico Spinelli, country manager di Kolsquare Italia, commenta: "La fotografia del rapporto tra aziende e influencer in Italia, comparandola al resto d'Europa, ci restituisce la centralità dell'attenzione all'integrità e alla responsabilità nelle collaborazioni, complici i recenti avvenimenti che hanno coinvolto noti creator e il crescente scetticismo del pubblico nei confronti delle pubblicazioni degli influencer."
Un elemento distintivo delle imprese italiane è l'attenzione alla misurazione dei risultati per valutare il ROI, considerata dal 61% come una delle sfide più determinanti, insieme alla ricerca dell'equilibrio tra libertà degli influencer e controllo del brand.
Nonostante le tendenze globali, Facebook rimane tra i social network più utilizzati per le campagne promozionali in Italia, preferito dal 69% delle imprese che investono in questa tipologia di attività. Questo dato riflette l'età media elevata nel nostro Paese.
Il rapporto rivela anche che il 37% dei marketer italiani ritiene che ispirare un cambiamento positivo sia una considerazione determinante nello sviluppo delle campagne. Spinelli aggiunge: "È sorprendente che più di un quarto dei marketer in Europa e un notevole 37% in Italia ritengano che ispirare un cambiamento positivo sia una considerazione determinante nello sviluppo delle campagne."
In termini di budget, le aziende italiane spendono mediamente 3,37 milioni di euro all'anno in influencer marketing, posizionandosi al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia. Per il 2025, il 61% dei marketer italiani si aspetta una regolamentazione del settore e il 59% ritiene che aumenterà ulteriormente la selettività delle aziende.
Riguardo ai canali più utilizzati, in Italia le prime cinque posizioni sono occupate da Instagram (91%), Facebook (69%), YouTube (61%), TikTok (59%) e X (17%). I format preferiti per le collaborazioni sono le sponsorizzate (71%), gli eventi (63%) e le recensioni (49%).
Nella scelta dei creator, oltre all'etica, le aziende italiane valutano con particolare attenzione il successo delle campagne pregresse (29%), i brand con cui si è collaborato in precedenza (23%) e l'engagement rate (23%).
Spinelli conclude sottolineando l'importanza dei KPI specifici per ogni obiettivo di campagna: "I marketer misurano le prestazioni delle loro campagne utilizzando una serie di KPI adattati ai loro obiettivi specifici, che si tratti di brand awareness, conversione o creazione di una community."