La Francia rischia di diventare il nuovo "maialino" d'Europa? Allarme debito pubblico
Calef (NS Partners): rapporto FMI evidenzia rischi debito pubblico Francia, possibile inclusione nei "FIGS"
Secondo il recente rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la sostenibilità del debito pubblico è cruciale nell'attuale contesto economico europeo caratterizzato da disinflazione moderata e possibili ulteriori riduzioni dei tassi d'interesse. In questa fase, la stabilità fiscale è al centro dell'attenzione del mercato, alla ricerca di asset sicuri e redditizi nel mercato obbligazionario europeo.
Tra i Paesi dell'Eurozona che destano maggiori preoccupazioni spicca la Francia, che dalle elezioni europee ha iniziato a mostrare qualche vulnerabilità. Infatti, analizzando la Francia in termini fiscali e confrontandola con l'Italia, notiamo un trend negativo del debito francese, che lo vede crescere del 10,6% nel 2029 (124,1% del Pil) rispetto ai livelli odierni (112,2%), mentre per l'Italia si stima una crescita del debito del 3,94% rispetto al livello odierno, attestandosi al 142,3% del Pil. Questo trend rialzista del debito francese segnala un percorso incerto, tanto che si inizia a parlare di una possibile inclusione della Francia nei PIGS, acronimo che designa i Paesi europei con maggiore rischio di sostenibilità del debito pubblico: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Nel dettaglio, alcuni analisti suggeriscono una possibile evoluzione verso "FIGS", con la Francia al posto del Portogallo che dal 2020, anno in cui il debito portoghese risaliva a circa il 135% del Pil, ha segnato una traiettoria positiva verso un livello del debito più moderato rispetto al resto dei PIGS, al 100,6% del Pil.

"La crescente convergenza della Francia verso i PIGS si riflette anche nei mercati obbligazionari", afferma Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners. Infatti, i titoli di Stato decennali francesi, nonostante una traiettoria del debito in deterioramento, offrono un rendimento di circa il 3%, in aumento di 45 punti base da inizio anno, che risulta ancora inferiore rispetto al 3,5% dei BTP, ma maggiore rispetto al 2,7% del Portogallo. In questo contesto, considerato il rendimento offerto dai BTP e prospettive di crescita del debito pubblico italiano relativamente contenute, Calef ritiene che i titoli di Stato italiani siano un'opzione più allettante per gli investitori, rispetto ad altri governativi europei, considerando anche che la Germania potrebbe entrare per il secondo anno di fila in recessione.