Ottavia Giorgi di Vistarino e la tradizione italiana - Vinitor sapiens
L'orgoglio della tradizione del Pinot Nero, per produrre nel rispetto dell'ambiente e della sostenibilità
La storia del Pinot Nero in Italia ha radici profonde, che affondano nel terroir dell'Oltrepò Pavese. A raccontarla è Ottavia Giorgi di Vistarino, attuale guida di Conte Vistarino, cantina che incarna la migliore tradizione italiana di questo vitigno.
La narrazione di Ottavia è intrisa di storia e legami familiari. Nel 1850, il Conte Augusto Giorgi di Vistarino, suo trisavolo, piantò per primo il Pinot Nero in Oltrepò, importando le barbatelle dalla Francia e dando vita alla rinomata tradizione spumantistica della regione.
"La famiglia Giorgi di Vistarino, proprietaria dalla metà del XV secolo di un'ampia tenuta agricola nel comune di Rocca de' Giorgi in Oltrepò Pavese, ha contribuito a definire nel tempo l'intimo legame tra viticoltura e terroir all'interno di un'oasi incontaminata di grande interesse paesaggistico e faunistico", spiega Ottavia, prima donna alla guida della tenuta.
La filosofia aziendale si basa sul perseguimento della massima qualità nel rispetto del territorio e della sua vocazione. "Ci piace pensare di essere i guardiani di un sistema e di uno stile di vita con il compito di tramandarlo alle future generazioni", afferma Ottavia, sottolineando l'importanza della biodiversità e della preservazione dell'ecosistema circostante.
La tenuta si estende su 826 ettari, di cui 102 a vigneto, quasi coprendo interamente il Comune di Rocca de' Giorgi. Il resto è costituito da boschi e colline ricche di biodiversità e fauna selvatica, gelosamente custoditi. La conformazione collinare del territorio, che si sviluppa tra i 250 e i 300 metri sul livello del mare, rappresenta uno dei punti di forza dell'azienda e dei suoi vini. Ottavia enfatizza l'importanza di mantenere un equilibrio tra l'utilizzo economico delle risorse e la tutela del paesaggio e del patrimonio naturale. "Questo è un segnale di una biodiversità ricca e tutelata", aggiunge. Attualmente, 65 ettari sono dedicati alla coltivazione del Pinot Nero. Tra le etichette più apprezzate spiccano il Pernice, cru selvatico e pluripremiato, il Costa del Nero, vino rosso complesso ma fresco, e il 1865, spumante blanc de noir prodotto con metodo classico. La produzione annuale si attesta intorno alle 200.000 bottiglie, con variazioni legate all'andamento delle vendemmie. "Il mio primo comandamento è produrre nel rispetto dell'ambiente e della sostenibilità, anche a costo di ridurre la produzione in cantina", sottolinea Ottavia, evidenziando la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Circa il 50% della produzione è destinata al mercato nazionale, con una presenza crescente negli Stati Uniti e nei principali Paesi europei. L'azienda punta molto sulla ristorazione di alta qualità, sulle enoteche e sulla vendita diretta presso la Tenuta.
Guardando al futuro, Ottavia ha impresso una svolta decisa verso la sostenibilità, sia in azienda che in vigna. "Un cambiamento marcato e deciso rispetto alla visione che aveva mio padre. Credo sia stata una scelta giusta, che mi è costata qualche momento di duro confronto con lui ma che oggi sono certa condividerebbe", conclude.
Federico Unnia