Gigi Beltrame
Agenti AI, tra opportunità e incognite
Siamo portati a credere che l'evoluzione dell'AI sia incontrovertibile, ma non la stiamo valutando nel suo complesso
Semplificando il concetto, gli AI Agents sono dei bot alimentati da LLM in grado di eseguire autonomamente le attività.
Se partiamo da questo concetto, semplice, ci scrolliamo l'idea che si tratti di semplici catene di pensieri o di operazioni, perché all'interno si prendono delle decisioni.
C'è chi si spinge a definirli come la killer application dell'intelligenza artificiale, ma nonostante i tanti annunci e il sensazionalismo, siamo lontani da qualcosa di concretamente funzionale.
Quando in Microsoft Office ci raccontano dei "colleghi AI" che non si limitano a fornire assistenza, ma si occupano autonomamente di compiti complessi, ridefinendo i flussi di lavoro, ci prospettano sempre delle funzioni ripetitive e a scarso valore.
Lo stesso vale per chi programma, perché oggi abbiamo già a disposizione sistemi che scrivono codice e lo fanno "senza introdurre bug".
Molti sistemi di AI nel servizio clienti hanno già superato i tradizionali chatbot e offrono risposte meno rigide.
Casi concreti se ne potrebbero fare sulla stesura di presentazioni partendo dai dati, dalle previsioni di vendita o dalla miriade di soluzioni avanzate per il marketing.
Abbiamo tantissima tecnologia a disposizione, ma in realtà dobbiamo dircelo chiaramente, l'AI non è ancora perfetta, sbaglia, si confonde, prende per vere delle allucinazioni.
I sistemi di AI basati sugli LLM, large language models, consentono un livello di automazione molto più profondo, gestendo conversazioni e flussi di lavoro complessi e liberando tempo prezioso per gli agenti umani.
Ma in teoria.
Non facciamoci fuorviare dalle opportunità e valutiamo i risultati.
Liberiamo tempo a favore di che cosa?
Miglioriamo la produttività a favore di che cosa?
O peggio, a sfavore di chi lavora? (il caso Klarna è evidente).
Il futuro è comunque tracciato, con un'AI sempre più pervasiva, interazioni con la tecnologia in modo naturale, nuovi livelli di personalizzazione.
Tutti i lavori sono creativi?
Sono sostituibili?
Quando poi ci si interroga sulle competenze necessarie si pensa alla programmazione, ma chiedete ai traduttori se si sentono vulnerabili dall'evoluzione dell'AI, per fare un esempio concreto.