Ribelliamoci al declino
I dati ISTAT parlano chiaro: tra il 5% e l'8% dei laureati italiani sceglie di costruire il proprio futuro all'estero.
Questo esodo di cervelli, alimentato da un sistema che sembra premiare la stagnazione piuttosto che l'innovazione, rappresenta una perdita economica e sociale enorme per il nostro Paese.
Mentre realtà internazionali investono in tecnologie innovative e modelli di lavoro flessibili per attirare i migliori talenti, le aziende italiane restano nella stragrande maggioranza, ma per fortuna non nella totalità, immobili.
L'Italia rimane ancorata a modelli obsoleti e, come se ciò non bastasse, con un'eccessiva pressione fiscale che soffoca le imprese.
Manca una visione strategica a lungo termine.
Quando se ne discute si cercano dei colpevoli, i "dinosauri" che ci governano, il mercato mondiale, ecc.
, ma in realtà abbiamo bisogno di riforme strutturali, che dovevano arrivare con il PNRR, e un reale cambiamento culturale.
Vogliamo ribellarci al declino? oppure no?

