Transizione sostenibile: la sfida che divide grandi aziende e PMI italiane
Caporale (Wyser): 78% dei manager ritiene che la transizione ESG avrà un impatto significativo
La transizione sostenibile si sta affermando come una delle principali sfide per le aziende italiane, posizionandosi tra le prime tre priorità insieme al cambiamento tecnologico e all'aumento dei costi di produzione. Uno studio condotto da Wyser, brand di Gi Group Holding specializzato nella ricerca e selezione di profili manageriali ed executive, in collaborazione con INTWIG Data Management, rivela che il 78% delle imprese ha già intrapreso azioni legate agli obiettivi di sostenibilità.
Tuttavia, la ricerca evidenzia una transizione a due velocità tra grandi aziende e PMI. Il 89% delle organizzazioni con oltre cinquanta dipendenti ha avviato iniziative per essere più sostenibile, contro il 68% delle PMI. Questa disparità si riflette anche nel tipo di azioni intraprese: mentre la maggioranza si concentra sulla sostenibilità ambientale (46% dei rispondenti), le grandi aziende mostrano una maggiore attenzione alla sostenibilità sociale (25% contro il 18% delle PMI).
Carlo Caporale, Amministratore delegato di Wyser Italia, sottolinea: "Il 78% dei manager e imprenditori da noi intervistati ritiene che la transizione ESG avrà un impatto significativo sul modello di business della propria azienda".
Caporale evidenzia come le imprese stiano attraversando una rivoluzione e avvertano la necessità di introdurre nuove competenze e soluzioni organizzative per affrontarla.
Il gap tra grandi aziende e PMI nella transizione ESG è attribuibile a diversi fattori. Le principali difficoltà riscontrate sono i costi della transizione (61%) e la scarsità di risorse finanziarie (41%). Le PMI, meno strutturate e con minori economie di scala, faticano maggiormente ad affrontare queste sfide.
Inoltre, il rispetto dei criteri ESG sta diventando sempre più rilevante nei rapporti con clienti e fornitori, soprattutto per le grandi aziende inserite in filiere internazionali. Due grandi aziende su tre sono tenute a rispettare i criteri di sostenibilità imposti dai clienti, e il 74% ha definito regole per la selezione dei fornitori basate anche su criteri ESG.
La legislazione gioca un ruolo cruciale in questa transizione. La direttiva UE 2022/2464 (CSR Directive) amplierà progressivamente gli obblighi di rendicontazione ESG alle grandi aziende non quotate e alle PMI, aumentando le informazioni da fornire.
La dimensione aziendale influenza anche i modelli di distribuzione delle responsabilità legate alla sostenibilità.
Il 40% delle aziende ha istituito un team ESG, con una prevalenza nelle grandi aziende (58%) rispetto alle PMI (25%), che prediligono un modello di responsabilità diffusa.
Un punto di convergenza tra tutte le aziende è la necessità di introdurre nuove competenze. Secondo 4.Manager, entro il 2026 saranno necessari 4 milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo in Italia. Lo studio di Wyser ha identificato le competenze più rilevanti: il 54% dei decision maker segnala la necessità di nuove competenze tecniche, mentre il 36% indica la necessità di nuove competenze manageriali.
Caporale conclude sottolineando l'importanza strategica di individuare figure manageriali in grado di governare il cambiamento e aumentare la capacità delle aziende di anticipare il futuro, in un contesto caratterizzato da scarsità di risorse nel mercato del lavoro e rapidi cambiamenti del contesto economico e sociale.
La ricerca evidenzia anche l'importanza crescente delle competenze specifiche nel campo della sostenibilità. Tra le skill più richieste emergono quelle legate alla gestione ambientale, alla rendicontazione non finanziaria, all'economia circolare e alla gestione della supply chain sostenibile.
Queste competenze non sono solo tecniche, ma richiedono anche una visione strategica e la capacità di integrare i principi ESG nelle operazioni quotidiane dell'azienda. Un altro aspetto cruciale emerso dallo studio è la necessità di una cultura aziendale orientata alla sostenibilità. Le organizzazioni che hanno avuto maggior successo nella transizione ESG sono quelle che hanno saputo integrare i principi di sostenibilità nella loro visione e nei loro valori aziendali. Questo richiede un cambiamento di mentalità a tutti i livelli dell'organizzazione, dalla leadership ai dipendenti di prima linea. La formazione gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Molte aziende stanno investendo in programmi di formazione e sviluppo per aggiornare le competenze dei loro dipendenti e preparare la forza lavoro alle sfide della sostenibilità. Questo non solo migliora le capacità interne dell'azienda, ma contribuisce anche a creare un senso di coinvolgimento e responsabilità condivisa verso gli obiettivi di sostenibilità. La ricerca di Wyser sottolinea anche l'importanza della collaborazione tra diversi settori e attori. Le aziende che hanno fatto progressi significativi nella transizione ESG sono spesso quelle che hanno saputo creare partnership strategiche con fornitori, clienti, istituzioni e organizzazioni non governative.
Queste collaborazioni permettono di condividere conoscenze, risorse e best practice, accelerando il processo di transizione. Infine, lo studio evidenzia come la digitalizzazione stia giocando un ruolo cruciale nella transizione sostenibile. Le tecnologie digitali, come l'AI, l'Internet of Things e il big data, stanno offrendo nuove opportunità per migliorare l'efficienza energetica, ottimizzare l'uso delle risorse e monitorare l'impatto ambientale delle attività aziendali. Tuttavia, questo richiede anche nuove competenze digitali e la capacità di integrare queste tecnologie nei processi aziendali esistenti. In conclusione, la transizione verso la sostenibilità si configura come una sfida complessa ma inevitabile per le aziende italiane. Mentre le grandi organizzazioni sembrano essere più avanti in questo percorso, le PMI stanno cercando di colmare il divario. Il successo in questa transizione dipenderà dalla capacità delle aziende di adattarsi, innovare e investire nelle giuste competenze e tecnologie. Come sottolinea Caporale, la chiave sarà la capacità di anticipare il futuro e di guidare il cambiamento in modo proattivo, trasformando le sfide della sostenibilità in opportunità di crescita e innovazione.