Gigi Beltrame
L'ascesa degli agenti AI è inarrestabile
L'innovazione corre veloce, ma l'AI sta avvolgendo il business ad ogni livello, diventando anche trasparente
Rientrando dagli USA ho due elementi che mi porto dentro e che mi assillano. In questa puntata ne parlo di uno: come l'AI sta cambiando e da assistente passivo sta divando ad agente attivo.
L'intelligenza artificiale generativo, seppur giovane, sta vivendo una trasformazione, passando da semplice strumento di analisi e produzione a vero e proprio agente attivo capace di prendere decisioni e agire autonomamente. Questo salto qualitativo può essere paragonato alla differenza tra un aspirapolvere che si limita a segnalare la presenza di sporco e uno che effettivamente pulisce i pavimenti. Chi ha letto il mio libro "Economia Autonoma" ha presente quanto questo tema mi sia caro.
Quando ChatGPT fece il suo debutto, le sue capacità erano limitate a fornire spiegazioni teoriche, senza poter risolvere concretamente problemi pratici. La svolta è arrivata con l'integrazione di strumenti esterni, come calcolatrici online, che hanno potenziato significativamente le sue abilità .
Questa evoluzione ha aperto la strada all'AI "agentica", dove i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) fungono da cervello per agenti AI in grado di perseguire obiettivi complessi con minima supervisione umana.
Questi sistemi avanzati combinano la potenza degli LLM con algoritmi e strumenti aggiuntivi per svolgere compiti che vanno dalla pianificazione dello sviluppo software alla prenotazione di voli. Se progetti come AutoGPT hanno dimostrano il potenziale ma di fatto erano degli esercizi stilistici, oggi abbiamo cambiato il livello.
L'impatto di questa tecnologia sul mondo dello sviluppo software, per esempio, è già molto profondo. Gli sviluppatori si trovano sempre più spesso a interagire con agenti AI nei loro strumenti di lavoro quotidiani. Come ha detto Larry Ellison, Ceo di Oracle, "il codice scritto dalle macchine è più sicuro di quello creato dagli umani".
C'è da riflettere nel momento in cui, nel nostro Paese si discute di insegnare a programmare a tutti, anche a scuola.
Programmare rischia di essere qualcosa che apparterrà al passato!
Questi agenti promettono di eliminare le attività ripetitive e meccaniche, permettendo ai programmatori di concentrarsi su aspetti più creativi e strategici del loro lavoro.
Ma questa evoluzione porta con sé nuove sfide. La qualità delle istruzioni fornite all'AI (prompt engineering) diventa cruciale per ottenere risultati ottimali. Gli sviluppatori dovranno affinare le loro capacità di comunicazione con questi sistemi, formulando richieste chiare e precise.
Gli AI agents rappresentano un salto qualitativo nell'interazione uomo-macchina. Non si tratta più di semplici assistenti passivi, ma di collaboratori attivi capaci di iniziativa e problem-solving autonomo.
Questa tecnologia ha il potenziale per rivoluzionare non solo lo sviluppo software, ma numerosi altri settori.
Ne parleremo a lungo nei prossimi mesi, perché è un game changer, tanto che tutti i colossi digitali li stanno presentando.