Porcu (Oracle): il cloud è diventato maturo e le app aziendali si avvantaggiano dell'AI
Un mercato molto effervescente, ma che viaggia a ritmi differenti da zona a zona
Durante l'Oracle Cloud World 2024 abbiamo incontrato Michele Porcu, , che ci ha permesso di andare un po' a fondo delle questioni tecnologiche e infrastrutturali che riguardano le aziende e le pubbliche amministrazioni.
Per iniziare, può darci un quadro generale della situazione attuale?
Il mercato del cloud è ormai maturo e in continua espansione. Dal punto di vista dello spending, parliamo di cifre che si aggirano intorno ai trilioni di dollari. È importante sottolineare che sostanzialmente qualsiasi voce di costo che esiste all'interno di un data center tradizionale, incluse le operations, può essere ora indirizzata attraverso soluzioni cloud.
Come si sta adattando Oracle a questo mercato in rapida evoluzione?
La strategia di Oracle si basa su due pilastri fondamentali: il multicloud e il cloud distribuito. L'obiettivo è garantire l'adozione di qualsiasi percorso cloud, indipendentemente dalla geografia o dalla tipologia di segmento di mercato. Riconosciamo che ci sono approcci che variano in base alle geografie, alla maturità tecnologica, alla capacità di adozione, ai regolamenti interni e ai diversi segmenti di mercato.
La nostra offerta è progettata per essere flessibile e adattarsi a queste diverse esigenze.
Può farci alcuni esempi concreti di come questo approccio si applica in diverse aree geografiche?
Prendiamo il Nord America, ad esempio. Qui abbiamo grandi aziende high-tech che richiedono partnership molto legate al mondo infrastrutturale. Non si tratta solo di GPU, ma anche di computing infrastrutturale ad alte prestazioni. Per queste aziende, è cruciale avere servizi cloud in grado di erogare elevate performance e una scalabilità enorme, spesso attraverso public cloud region dedicate.
In Europa, invece, abbiamo mercati altamente regolamentati. Qui è fondamentale il concetto di sovereign cloud, quindi offriamo regioni cloud di tipo sovrano, multipurpose e multi-entity. Abbiamo anche progetti locali o nazionali di cloud region, come l'offerta Alloy, dove diamo in mano a un partner locale o a un ente sovrano la gestione del servizio all'interno del paese. L'esempio di cui avete parlato a lungo su BusinessCommunity, il Piano Strategico Nazionale, è un esempio italiano su scala mondiale.
Nei mercati emergenti come Africa, Medio Oriente ed Europa dell'Est, la nostra strategia è diversa. Qui eroghiamo servizi di public cloud tramite partner locali, aprendo così il mercato in aree dove non avremmo interesse ad aprire direttamente le nostre cloud region.
Quali sono i segmenti di mercato più importanti per Oracle in questo momento?
I segmenti più importanti variano a seconda della regione. Nel Nord America, come accennavo prima, il settore tech è cruciale. Ma globalmente, i servizi finanziari, il governo e tutto il mondo del settore pubblico sono segmenti chiave per noi. C'è una crescente richiesta di capacità di erogare servizi mission-critical, spesso compute-intensive o data-intensive.
Inoltre, soprattutto in Europa, stiamo vedendo un trend emergente legato ai private cloud. Grandi corporation, specialmente nel settore dei servizi finanziari o in ambiti più regolamentati, spesso non possono migrare completamente al cloud pubblico per motivi tecnici, regolatori o di rischio strategico e operativo. Per questo, la nostra offerta di dedicated region cloud@customer sta diventando sempre più rilevante.
Sta emergendo qualche nuovo trend nel mercato del cloud che potrebbe influenzare il futuro del settore?
Stiamo osservando alcune potenziali disruption macroeconomiche o geopolitiche che potrebbero ulteriormente accelerare sia i temi di sovranità dei dati sia quelli legati al private cloud. C'è anche una crescente attenzione verso soluzioni di cloud globale segmentato, sempre per evitare disruption a livello mondiale come è successo recentemente.
In risposta a queste tendenze, stiamo lavorando per garantire servizi cloud in maniera più parallelizzata e meno vulnerabile. Questo è particolarmente importante per quelle realtà che in un determinato momento non possono affidarsi al cloud pubblico tradizionale o commerciale. La nostra strategia di multicloud e cloud distribuito ci permette di indirizzare ogni geografia, livello di maturità, complessità interna, e segmento industriale o sotto-industriale che ha esigenze molto particolari.
Come sta cambiando l'approccio delle aziende all'IT con l'avvento di nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale e il cloud?
Oggi le aziende hanno a disposizione strumenti potenti che permettono loro di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze di business.
Questi strumenti includono l'intelligenza artificiale, capacità di calcolo avanzate, gestione sofisticata dei database e interconnessione con altri sistemi.
Ci sono tre macro leve fondamentali che stanno guidando questo cambiamento:
Il cloud: offre un modello di sourcing che non è capital-intensive. Qui le aziende trovano tutta l'innovazione necessaria e possono sviluppare, sbagliare e tornare indietro molto più velocemente rispetto ai modelli IT tradizionali.
Il mondo del low-code: permette di erogare servizi applicativi non banali, anche molto complessi e strutturati, in tempi rapidi e con meno risorse di sviluppo tradizionale.
L'automazione: fa sì che la maggior parte delle complessità che c'erano nell'IT tradizionale vengano gestite in maniera autonoma. Questa automazione deriva sia intrinsecamente dai modelli cloud, sia dall'introduzione di paradigmi di intelligenza artificiale.
Questi cambiamenti riguardano tutti i tipi di applicazioni o ci sono differenze tra frontend e backend?
Questa direzione è più evidente per le applicazioni di frontend o di business che richiedono una rapida prototipizzazione.
Tuttavia, anche i grandi backend stanno andando verso questo livello di automazione.
I sistemi core, quelli essenziali per il funzionamento dell'azienda, rimarranno. Non spariranno, ma verranno ottimizzati e modernizzati. La vera trasformazione la vedremo nelle componenti di business che sono più tattiche che strategiche, o che non fanno riferimento a processi di backend critici.
È importante notare che, soprattutto nei settori industriali, continueranno ad esistere grossi backend su cui dovranno girare le applicazioni mission-critical. Ma anche questi stanno evolvendo verso livelli più alti di automazione. La sfida è rendere le customizzazioni e le integrazioni il più possibile veloci e automatizzate, pur mantenendo la stabilità e l'affidabilità necessarie per i sistemi core.
Quindi, in sintesi, come vede il futuro dell'IT aziendale?
Il futuro dell'IT aziendale sarà caratterizzato da una maggiore flessibilità e agilità. Le aziende avranno la capacità di sviluppare e implementare nuovi servizi applicativi in tempi molto più rapidi, grazie al cloud, al low-code e all'automazione. Allo stesso tempo, manterranno sistemi core robusti e affidabili, ma sempre più ottimizzati e integrati con le nuove tecnologie.
La chiave sarà trovare il giusto equilibrio tra innovazione rapida e stabilità dei sistemi critici. Le aziende dovranno essere in grado di sfruttare le nuove tecnologie per rispondere rapidamente alle esigenze di business, mantenendo al contempo l'integrità e la sicurezza dei loro dati e processi core.
Inoltre, prevediamo che l'adozione di soluzioni cloud diventerà sempre più sofisticata e personalizzata. Non si tratterà più di una semplice scelta tra cloud pubblico o privato, ma di un approccio ibrido e multicloud che permetterà alle aziende di sfruttare il meglio di entrambi i mondi.
Come si sta preparando Oracle per affrontare queste sfide future?
Oracle si sta preparando su diversi fronti. Innanzitutto, stiamo continuamente investendo nell'innovazione della nostra infrastruttura cloud per garantire prestazioni, scalabilità e sicurezza di alto livello. Stiamo anche sviluppando soluzioni sempre più flessibili e adattabili, come il nostro cloud distribuito e le dedicated region, per rispondere alle diverse esigenze normative e di business dei nostri clienti.
Un altro aspetto cruciale è l'integrazione dell'intelligenza artificiale e del machine learning in tutti i nostri prodotti e servizi.
Questo non solo per migliorare l'automazione e l'efficienza, ma anche per fornire ai nostri clienti strumenti avanzati di analisi e decision-making.
Infine, stiamo rafforzando le nostre partnership e il nostro ecosistema per offrire soluzioni end-to-end che coprano l'intero spettro delle esigenze IT delle aziende moderne.
Parlando di intelligenza artificiale, come vede Oracle il suo impatto sul futuro dell'IT aziendale?
L'intelligenza artificiale sta già avendo un impatto significativo e prevediamo che il suo ruolo diventerà sempre più centrale. In Oracle, vediamo l'AI non solo come uno strumento per l'automazione, ma come un vero e proprio moltiplicatore di valore per le aziende.
L'AI sta trasformando il modo in cui le aziende gestiscono i loro dati, prendono decisioni e interagiscono con i clienti. Per esempio, stiamo integrando capacità di AI generativa nei nostri database e applicazioni per permettere analisi più sofisticate e una migliore comprensione dei dati aziendali.
Inoltre, l'AI sta giocando un ruolo chiave nell'ottimizzazione delle operazioni IT, dalla gestione dell'infrastruttura alla sicurezza.
Sistemi basati sull'AI possono prevedere e prevenire problemi, ottimizzare le prestazioni e fornire insights preziosi per il decision-making IT.
Tuttavia, è importante sottolineare che vediamo l'AI come un complemento, non un sostituto, dell'expertise umana. Il nostro obiettivo è fornire strumenti AI che potenzino le capacità dei professionisti IT, permettendo loro di concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto.