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04/09/2024

economia

Il 66% delle banche centrali prevede un soft landing: l'evoluzione dell'economia globale

Il 30mo sondaggio annuale RMS rivela ottimismo sul futuro economico e finanziario mondiale.

Il recente 30° Annual Reserve Management Seminar Survey condotto da UBS ha fornito preziose intuizioni sulle prospettive economiche e finanziarie globali, raccogliendo le risposte di 40 banche centrali che gestiscono circa la metà delle riserve valutarie mondiali. I risultati dipingono un quadro generalmente ottimistico, con una maggioranza significativa di intervistati che prevede uno scenario di "soft landing" per l'economia globale. Secondo il sondaggio, il 66% dei partecipanti ritiene che un atterraggio morbido sia lo scenario più probabile per l'economia mondiale, con solo l'11% che prevede una recessione negli Stati Uniti. Questo ottimismo si riflette anche nelle aspettative sull'inflazione, con il 71% degli intervistati che prevede che l'indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense si attesterà tra il 2% e il 3% entro il 2025. Le previsioni sui tassi di interesse della Federal Reserve sono altrettanto moderate, con oltre la metà dei partecipanti che si aspetta che i tassi si collocheranno tra il 3% e il 4% nel 2025. Queste proiezioni suggeriscono una fiducia diffusa nella capacità delle banche centrali di gestire efficacemente le pressioni inflazionistiche senza causare una recessione.

Nonostante l'ottimismo generale, il sondaggio ha evidenziato alcune preoccupazioni persistenti. La geopolitica rimane il rischio principale, con l'87% degli intervistati che la cita come la maggiore fonte di preoccupazione. Questo rappresenta un aumento rispetto al 75% dell'anno precedente, riflettendo le crescenti tensioni internazionali. Un altro tema emergente è la sostenibilità del debito pubblico, che ha guadagnato importanza nelle preoccupazioni dei banchieri centrali. Il 37% degli intervistati ha citato questo come un rischio significativo, in aumento rispetto al 14% dell'anno precedente. Il sondaggio ha anche esplorato le prospettive sul sistema finanziario internazionale. La maggioranza degli intervistati ritiene che il mondo si stia muovendo verso un sistema multipolare, con implicazioni potenzialmente significative per la struttura finanziaria globale. Tuttavia, quasi la metà dei partecipanti crede che questo cambiamento non influenzerà la dominanza del dollaro USA nell'architettura finanziaria mondiale. Per quanto riguarda l'allocazione degli asset, i gestori delle riserve mostrano una tendenza verso una maggiore diversificazione.

I bond governativi e in particolare i green bond sono le classi di attività che i gestori delle riserve desiderano possedere di più in futuro, seguiti da azioni e oro. Il sondaggio ha anche toccato temi di attualità come le elezioni presidenziali USA del 2024. La maggioranza degli intervistati ritiene che una vittoria di Trump porterebbe a un aumento delle tensioni geopolitiche, in particolare con la Cina, e a un indebolimento della NATO. Sul fronte economico, ci si aspetterebbe tassi di interesse più bassi, un deficit pubblico più elevato e prezzi azionari più alti. In conclusione, il 30° Annual RMS Survey offre una panoramica dettagliata delle aspettative e delle preoccupazioni delle banche centrali globali. Mentre l'ottimismo prevale riguardo alle prospettive economiche a breve termine, permangono preoccupazioni significative sui rischi geopolitici e sulla sostenibilità del debito pubblico. Questi risultati forniscono preziose indicazioni per i policy maker e gli investitori sulla direzione futura dell'economia globale e dei mercati finanziari. Un aspetto particolarmente interessante emerso dal sondaggio riguarda il futuro delle istituzioni di Bretton Woods.

In vista dell'80° anniversario degli accordi di Bretton Woods, il 67% degli intervistati ha indicato che queste istituzioni rischiano di diventare obsolete senza riforme. Solo un terzo (33%) ritiene che l'attuale architettura finanziaria internazionale sia sufficientemente resiliente per sopravvivere alle sfide attuali senza riforme. Secondo la maggioranza dei partecipanti, le riforme dovrebbero concentrarsi sul futuro della cooperazione multilaterale in un mondo sempre più frammentato. Il sondaggio ha anche esplorato l'impatto delle tecnologie disruptive come gli asset digitali e l'ascesa di nuove potenze economiche. Una larga maggioranza degli intervistati vede in questi sviluppi più opportunità che sfide, suggerendo un'apertura all'innovazione nel settore finanziario globale. Per quanto riguarda le valute, il dollaro USA mantiene la sua posizione dominante nelle riserve valutarie, senza segni visibili di indebolimento. Tuttavia, in termini di allocazioni valutarie future, l'euro sembra essere più richiesto, seguito dal dollaro USA, il renminbi cinese e lo yen giapponese. È interessante notare che le allocazioni al renminbi hanno ristagnato nel 2023/24, con l'allocazione media alla valuta cinese che è scesa a circa il 5%.


Il sondaggio ha anche evidenziato una crescente preoccupazione per la weaponization delle riserve valutarie, con il 32% degli intervistati che cita questo come un rischio significativo, in aumento rispetto al 10% dell'anno precedente. Questo riflette le crescenti tensioni geopolitiche e il loro potenziale impatto sul sistema finanziario globale. Un altro aspetto interessante riguarda le aspettative sulle politiche della Federal Reserve. Il 57% degli intervistati ritiene che la Fed potrebbe ricorrere al controllo della curva dei rendimenti se necessario, mentre il 30% pensa che potrebbe arrivare ad acquistare azioni. Solo il 22% crede che la Fed potrebbe ricorrere a tassi di interesse negativi. In sintesi, il 30° Annual RMS Survey offre un quadro complesso e sfumato delle prospettive economiche e finanziarie globali. Mentre prevale un cauto ottimismo sulla traiettoria economica a breve termine, persistono preoccupazioni significative sui rischi geopolitici, sulla sostenibilità del debito e sulla necessità di riformare le istituzioni finanziarie internazionali. Le banche centrali si trovano di fronte a sfide complesse, bilanciando la necessità di gestire l'inflazione e sostenere la crescita economica in un contesto geopolitico sempre più incerto.


La loro capacità di navigare queste acque turbolente sarà cruciale per la stabilità economica e finanziaria globale nei prossimi anni.


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