CSDDD e supply chain: la direttiva UE opportunità per le PMI
Grandi sfide per le multinazionali, opportunità per le PMI italiane ma se certificate, con approccio graduale e proporzionale
La direttiva europea sulla sostenibilità delle filiere è diventata legge, aprendo nuove sfide per le grandi imprese ma anche opportunità di business per le PMI italiane. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), pubblicata in Gazzetta ufficiale europea il 5 luglio 2024, entrerà in vigore dal 25 luglio, con due anni di tempo per gli Stati membri per implementarla.
La CSDDD rafforza le norme di rendicontazione di sostenibilità, rendendo le imprese responsabili degli impatti negativi sull'ambiente e sui diritti umani derivanti dalla propria attività e dalle relazioni con fornitori e subfornitori. Questo potrebbe portare le grandi società a privilegiare fornitori, anche di piccole dimensioni, in grado di fornire adeguate informazioni e certificazioni sulle questioni di sostenibilità.
Per le PMI italiane si aprono quindi nuove opportunità, potendo potenzialmente sostituire fornitori esteri o microimprese a basso costo ma con profili di rischio più elevati. Un tema particolarmente sensibile, come dimostrano le recenti inchieste che hanno coinvolto aziende del settore moda come Manufactures Dior, Giorgio Armani Operations e Alviero Martini.

La direttiva è il risultato di un lungo dibattito politico, che ha visto contrapporsi i timori per i costi e le ricadute sulle imprese con la necessità di norme più stringenti. Il compromesso finale prevede un'applicazione graduale e proporzionale, con soglie dimensionali più alte per le imprese soggette a compliance:
- Dal 26 luglio 2027: imprese con oltre 5.000 dipendenti e fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro
- Dal 26 luglio 2028: imprese con oltre 3.000 dipendenti e fatturato superiore a 900 milioni di euro
- Dal 26 luglio 2029: imprese con oltre 1.000 dipendenti e fatturato superiore a 450 milioni di euro
- La direttiva si applica anche ai franchising operanti nell'UE con fatturato superiore a 80 milioni di euro (di cui almeno 22,5 da diritti di licenza) e alle società extra-UE con fatturato nell'Unione superiore a 450 milioni.
Gli obblighi principali per le imprese includono:
- Integrazione della due diligence nelle politiche aziendali
- Identificazione e valutazione degli impatti negativi
- Creazione di canali di segnalazione e reclamo
- Coinvolgimento delle parti interessate
- Prevenzione e mitigazione degli impatti negativi
- Monitoraggio dell'efficacia delle misure adottate
- Rendicontazione delle politiche di due diligence
Le imprese saranno responsabili dei danni causati se non rispetteranno gli obblighi di due diligence. Gli Stati membri dovranno designare le autorità preposte al controllo e definire linee guida per le aziende.
La CSDDD rappresenta una svolta significativa nella gestione delle catene di fornitura globali, ponendo al centro i temi della sostenibilità e della responsabilità d'impresa. Per le aziende italiane, specialmente le PMI, si aprono nuove sfide ma anche importanti opportunità di posizionamento sui mercati internazionali.