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03/07/2024

EDITORIALE

Editoriale
L'economia reale e il Paese

In un'era che sembra totalmente dominata da finanza e tecnologia, è facile dimenticare le fondamenta su cui poggia la vera forza economica di un Paese, nella fattispecie il nostro.
L'Italia, con la sua ricca tradizione culinaria e agricola, ci offre un esempio lampante di come l'economia reale sia non solo rilevante, ma addirittura cruciale per la prosperità nazionale.
I numeri parlano chiaro: la filiera agroalimentare italiana è un colosso che genera 251 miliardi di euro di fatturato, di cui ben 74,4 miliardi provenienti dal solo comparto agricolo.
Ma il vero valore di questo settore va ben oltre i semplici ricavi.
Con 66 miliardi di euro di valore aggiunto in pratica l'agroalimentare si posiziona al vertice tra i settori manifatturieri italiani.
Giusto per capire, supera di gran lunga settori tradizionalmente considerati pilastri dell'economia, come il tessile-abbigliamento (28 miliardi), l'automotive (14,9 miliardi con tutti i sussidi e con tutto il "parlarne" che ne comporta) e persino la chimica (12 miliardi).


Tra i tanti dati che Valerio de Molli (TEHA) ha snocciolato ultimamente, c'è l'impatto sull'occupazione della filiera agroalimentare: 3,3 milioni di lavoratori, con 2,8 milioni impiegati direttamente nel comparto agricolo. Questo si traduce in 1,2 milioni di imprese, di cui 1,1 milioni nel settore agricolo, che formano il tessuto imprenditoriale del Paese!
Considerando la filiera agroalimentare estesa, che include intermediazione, Horeca, distribuzione e filiere collegate, il valore aggiunto sale a 334,5 miliardi di euro, rappresentando il 19% del PIL nazionale.
Con 62 miliardi di euro di export, di cui però solo 8,8 miliardi dal comparto agricolo, l'agroalimentare italiano si conferma ambasciatore del Made in Italy, contribuendo significativamente alla bilancia commerciale del paese.
In conclusione, questi dati ci ricordano che l'economia reale, e in particolare il settore agroalimentare, non è solo un retaggio del passato, ma un motore vitale per il presente e il futuro dell'Italia.


È un settore che crea valore, occupazione e innovazione, mantenendo al contempo vive le tradizioni che rendono unico il nostro paese. 
Si parla di investimenti in altri ambienti, di esportazioni della nostra produzione, ma i dati dicono altro.
Un mondo che sta abbracciando tecnologia e innovazione, ma che vive di tradizione, cultura e capacità di fare, ma anche di occupare e creare crescita.
Eppure questa filiera non ha grande considerazione, se non nel momento in cui si levano gli scudi per le "quote latte" o per problematiche estreme.
Curioso.
Il tutto mentre c'è una ritirata dai listini nella Borsa di Milano.
Anche questo è curioso.


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