Editoriale
La guerra alle auto cinesi non riguardano gli USA
Nuovi dazi alle auto cinesi e implicazioni.
La decisione di Bruxelles segue quella simile adottata qualche settimana fa da Washington e sembrerebbe quasi una normale conseguenze.
In realtà, le cose sono diverse, molto diverse, a partire dalle dichiarazioni dei principali produttori europei di auto, del tutto contrari a queste sanzioni.
Infatti, la scelta europea ha ricadute di diversa portata rispetto a quelle statunitensi.
Di fatto, e sono i dati di mercato a dirlo, le auto elettriche cinesi sono trascurabili nelle vendite nel mercato USA e la scelta è da intendersi come puro blocco all'ingresso sul loro mercato, scottati in passato da quanto accaduto con le auto giapponesi.
In Europa la presenza è già molto più spinta, con un'importazione nella sola Unione che ha superato gli 11 miliardi di euro.
l'anno scorso il valore delle importazioni dell'Unione europea di auto elettriche dalla Cina è stato pari a 11,5 miliardi di dollari.
Andrebbe anche sottolineato che il mercato automobilistico cinese è il più grande al mondo e rappresenta una fonte di reddito fondamentale per tanti marchi automobilistici europei, a partire da quelli tedeschi.
Ha senso avviare una guerra commerciale di questo tipo?
E poi, la Cina ha iniziato a porre freno alle importazioni di carne di maiale europeo, oggetto di investigazioni antidumping, tanto per fare un esempio.
La politica ha le sue regole, spesso poco comprensibili, ma gli scontri a livello economico non aiutano mai nessuno, o comunque aiutano solo l'interesse di pochi, e non sempre.
