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26/06/2024

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Come il Corporate Wellbeing può aumentare la produttività e ridurre i costi aziendali

Secondo uno studio di The European House - Ambrosetti e Jointly, l'insieme di servizi per migliorare il benessere dei dipendenti, può portare a un aumento del 20% della produttività

Secondo lo studio "Produttività e benessere organizzativo: le imprese di fronte alle nuove sfide del mercato del lavoro" realizzato da The European House - Ambrosetti e JOINTLY, prima B Corp® in Italia nel settore del Corporate Wellbeing, l'adozione di strategie di Corporate Wellbeing può portare a un incremento del 20% di produttività rispetto alla media delle aziende che non le adottano, con un Valore Aggiunto per addetto pari a quasi 60mila Euro, a fronte di una media attuale di 50mila Euro. Allo stesso tempo, l'implementazione di strategie per il benessere organizzativo in azienda è in grado di fornire una risposta efficace al crescente malessere dei lavoratori italiani. Il 46% infatti dichiara di sentirsi molto stressato sul luogo di lavoro, mentre solo il 5% si sente pienamente ingaggiato dalla propria azienda (fonte: Gallup, "State of the Global Workplace 2023 Report"), l'incidenza più bassa a livello europeo, e più di un dipendente su 3 (36%) dichiara di voler lasciare il proprio lavoro entro un anno (fonte: Kelly Global, "The 2023 Kelly Global Re:work Report").

Tra le motivazioni principali di chi lascia, la scarsa attenzione dell'impresa verso la salute mentale che viene considerata inadeguata dal 98% di chi decide di andarsene, la carenza di flessibilità e il work-life balance, considerati insufficienti da 9 leaver su 10 (fonte: Kelly Global, "The 2023 Kelly Global Re:work Report"). Il fenomeno del turnover comporta non pochi costi per le aziende. Tra costi diretti, di assunzione e formazione, e indiretti, dovuti a una diminuzione, seppur temporanea, della produttività, una dimissione ha un costo medio per l'azienda pari a circa il 50% della RAL del dipendente leaver. Agire sulla capacità di retention, ovvero di trattenere i talenti tramite attente strategie di Corporate Wellbeing, potrebbe consentire alle aziende di ridurre il costo del turnover con un beneficio complessivo, secondo lo studio TEHA - JOINTLY, di circa il 16% sul costo annuo del personale. Trasformare l'offerta di welfare spesso basata su benefit monetari e iniziative frammentate" - ha dichiarato Francesca Rizzi, Ceo di JOINTLY - "in una strategia coerente ed integrata per il corporate wellbeing, che supporti il benessere dei collaboratori in maniera personalizzata, dall'assistenza alla famiglia alla formazione continua, dal benessere fisico a quello psicologico, passando per il tempo libero, fa bene al benessere organizzativo.

Inoltre, è anche economicamente più efficiente e conveniente per l'azienda - come spiegato nello studio realizzato con The European House - Ambrosetti pubblicato nel gennaio di quest'anno - che ha rilevato come a fronte di una spesa media dell'azienda in corporate wellbeing di 2.500 Euro pro capite viene abilitato nel complesso un valore reale per il dipendente pari a oltre 11.000 Euro con un ?moltiplicatore' di 4,5 volte".

Incrementare l'offerta di benefit non monetari ai propri dipendenti permette anche di efficientare il costo del lavoro, attraverso una duplice leva: il beneficio fiscale e l'innovazione delle strategie retributive. Ipotizzando un aumento del +50%, il peso dei benefit (materiali e immateriali) salirebbe al 9,6% della RAL e l'azienda otterrebbe un duplice vantaggio: da un lato un beneficio fiscale, ottenuto applicando l'aliquota IRAP del 24% all'incremento del +50% dei benefit materiali e immateriali per il numero di dipendenti, con un risparmio annuo fiscale compreso tra 5.500 Euro per le PMI e 380.000 Euro per le grandi aziende; dall'altro un beneficio in termini di innovazione nella strategia retributiva (moltiplicatore economico) pari al 12% della RAL annuale media in Italia.


Incremento dell'indice di produttività, abbattimento dei costi del turnover ed efficientamento del costo del lavoro diventano quindi tre elementi fondamentali del valore del Corporate Wellbeing e di tutte quelle iniziative che le aziende possono mettere in campo per favorire il benessere delle proprie persone. "Oggi più che mai migliorare la ?qualità' del luogo di lavoro intervenendo sulla leva del benessere aziendale consente alle imprese di rafforzare la propria attrattività e distintività sul mercato del lavoro, in un contesto di crescente difficoltà di recruiting, dimissioni e quiet quitting da parte dei dipendenti" - ha commentato Pio Parma, Senior Consultant dell'Area Scenari e Intelligence di The European House - Ambrosetti e curatore dello Studio realizzato con JOINTLY -  Lo studio ha messo in luce i benefici legati all'adozione di una strategia integrata di corporate wellbeing per aumentare la produttività e ridurre i costi interni, molti dei quali ?sommersi".


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