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12/06/2024

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La ninfa santa della Cantina Funaro - Vinitor sapiens

Tre fratelli portano avanti un progetto di alta qualità e riscoperta della tradizione siciliana

Tutto ha inizio nella prima metà del secolo scorso, quando i nonni dei protagonisti di oggi, iniziarono la coltivazione della vite. Poi subentrarono i genitori, che gestirono negli anni 70 e 80 del ?900 il podere secondo il metodo del buon padre di famiglia. Primo non perderci, e focus sulla produzione agricola tradizionale. Con la terza generazione, appunto quella dei fratelli Tiziana, Clemente e Giacomo, il progetto prende corpo.  

Stiamo parlando della Cantina Funaro, sita a Santa Ninfa (Tp), le cui tenute di famiglia contano 85 ettari di superficie agricola tra vigneti (50 ettari), oliveti (15 ettari), seminativi ed arboreti da frutto. I vigneti sono situati nei comuni di Salemi e Santa Ninfa, al centro di una vasta zona ad indirizzo spiccatamente vitivinicolo, compresa tra 150 metri s.l.m. e 450 metri s.l.m. per chi conosca la Sicilia, un paradiso in ogni senso. Un percorso imprenditoriale, quello intrapreso dai Funaro, fatto di amore per la propria terra e di desiderio di valorizzarne le risorse. Nel 2003 le prime timide vinificazioni presso terzi, 3000 bottiglie che venivano stivate nella cantina di casa e vendute personalmente a pochi ristoranti di zona, con tanto di modulo Buffetti per ordine e consegna.

Poco a poco, con la crescita della produzione, la raffinazione dei processi e la cura delle vigne, l'azienda e il progetto Funaro prende corpo. Nel 2006 si compie la conversione al biologico di cantina, vigneto e uliveti, nel nel 2011 si effettua la prima vendemmia nella nuova cantina. L'azienda oggi occupa 15 addetti che aumentano nella stagione della vendemmia. Con una produzione di 220mila bottiglie, il 60% viene distribuito in Italia e il restante nei mercati molto esigenti di Giappone, Stati Uniti, Australia e EU. 

"Tutto ricorda e valorizza la Sicilia: la composizione del terreno, gli odori della terra, i ritmi della campagna. Tutte qualità che concorrono a dare ai nostri vini sapori e profumi che ben si coniugano con la tradizione gastronomica regionale" ricorda Giacomo Funaro, autentico gestore del podere e cantine. Nella missione è affiancato da Tiziana, che gestisce l'ospitality e Clemente che cura i mercati esteri e le grandi fiere internazionali cui partecipa Funaro. "Le grandi sfide che ci attendono sono la ricerca della qualità assoluta, frutto di molti piccoli dettagli che, proprio come tali, debbono essere conosciuti e studiati per trasformare il vino in un'autentica emozione di gusto e aromi" chiosa Giacomo.

Poi gli effetti del cambiamento climatico. "Le temperature così elevate, la ridotta escursione termica e la periodica siccità ci impongono un continuo studio e monitoraggio del territorio e della salute stessa della pianta". 

Nei prossimi anni giungerà inoltre a termine l'estirpazione delle vecchie viti e la piantagione delle nuove. Un passaggio necessario per allineare la produzione alle indicazioni che la Cantina si è data. Un terreno così ricco e una cura tanto maniacale non potevano che produrre numerose bottiglie. Curiosamente tra bianchi, neri, rosè e bollicine, spiccano etichette dai nomi assai curiosi. Alcuni prendono origine dalle contrade si Santa Ninfa, altri sono nomi di fantasia. Così, a puro titolo, ricordiamo Pinzeri, un Grillo di grade valore, la Vecchietta, un Inzolia, il Metodo Classico Extra Brut Chardonnay Millesimato (36 Mesi), migliore bollicina siciliana nel 2019 secondo la Giuria AIS - Associazione Italiana Sommelier. Per gli amanti della meditazione, Passo di Luna Bianco, uno Zibibbo di Inzolia.

Federico Unnia


 

 

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