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29/05/2024

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Libro: L'Italia al bivio. Classi dirigenti alla prova del cambiamento. 1992-2022

Franco Amatori, Pietro Modiano ed Edoardo Reviglio per FrancoAngeli

L'8 e 9 giugno prossimi si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo. Tutte le consultazioni elettorali sono importanti, in democrazia. Questa, probabilmente, lo sarà ancora di più. Non solo per il governo dell'Unione nei prossimi anni, che si attendono complicatissimi. Ma anche per il nostro Paese e per la classe dirigente che dovrà guidarlo. Proprio sull'adeguatezza ieri ed oggi della classe dirigente italiana si concentra un interessantissimo volume, dal titolo L'Italia al bivio. Classi dirigenti alla prova del cambiamento. 1992-2022, a cura di Franco Amatori, Pietro Modiano ed Edoardo Reviglio, edito da FrancoAngeli per la collana Tracce. Il volume è l'esito di 12 incontri che si sono svolti presso la Casa della Cultura di Milano nel 2023. I testi qui raccolti sono firmati da relatori e discussant, studiosi e protagonisti del periodo, ai quali si è aggiunta la voce di Romano Prodi in un'intervista conclusiva. L'obiettivo era discutere, e lasciare ai lettori, i nodi problematici più significativi della storia italiana degli ultimi trent'anni, iniziando dall' "indimenticabile" 1992.

Nel libro si traccia un bilancio di trent'anni di Europa, sottolineando, con un diffuso rammarico, come per l'Italia si sia trattata di un'altra "occasione mancata". Quando lo Stato imprenditore si è ritirato lasciando un'importante eredità (le imprese pubbliche), "gli eredi" delle privatizzazioni non si sono rivelati all'altezza del compito. Ne è conseguita una cronica e compromessa la capacità di crescita del Paese, si sono aggravati gli squilibri territoriali e sociali, è andato colpevolmente disperso un solido patrimonio industriale e di competenze. Sono meno di dieci anni che negli ambienti accademici si è cominciato a riflettere sugli squilibri che questo ha comportato, sulle necessità quindi di uno "Stato riequilibratore", fino ad arrivare agli ultimi tempi, in cui sono tornati in auge gli interventi pubblici di politica industriale. Fino a dieci anni fa era impossibile parlarne. La vera domanda è: pensiamo al futuro o solo al presente?

Il testo affronta alcuni passaggi centrali della nostra recente storia economica, ripercorrendo decisioni e soggetti che le presero, in alcuni casi non sempre con risultati soddisfacenti.

"Rispetto ai cambiamenti a livello globale, la mia preoccupazione maggiore per l'Italia è che noi non abbiamo attirato e non stiamo attirando nessuno dei grandi protagonisti dell'economia contemporanea. È una mia convinzione profonda che questo sia un danno enorme per la nostra economia presente e futura. Non una fabbrica di batterie, non una di automobili elettriche, non una grande fabbrica di chips. Il giorno in cui l'Italia sarà capace di attrarre uno di questi grandi investimenti, usciremo dal purgatorio. Le occasioni le abbiamo avute, ma non siamo riusciti perché non abbiamo alle spalle un sistema" dichiara uno dei grandi protagonisti in Italia e Europa di quegli anni, Romano Prodi intervistato dai tre curatori. Dall'inchiesta di Mani pulite alla firma del Trattato di Maastricht, dall'adesione dei sindacati alla politica dei redditi, che ha salvato il Paese da un'inflazione devastante, alle privatizzazioni: le classi dirigenti italiane - politiche ed economiche - si sono trovate a gestire una fase critica di profondo cambiamento. Solo alcuni esponenti di quella classe dirigente sembravano comprendere come l'Italia, quale Paese fondatore della Comunità europea, non potesse mancare all'appuntamento con l'Europa: si trattava di una scelta di civiltà.


Ma l'euro era solo un punto di partenza per costruire un'Italia veramente europea. Il bilancio di questi trent'anni è, nelle ricostruzioni degli studiosi come nei ricordi dei protagonisti, sostanzialmente negativo. In questo senso si può dire, con rammarico, che si è trattato di un'altra "occasione mancata" per il Paese. Ora siamo alla prova PNRR. Come finirà?



Federico Unnia 
Aures Strategie e politiche di comunicazione



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