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29/05/2024

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Per i lavoratori giovani l'AI generativa può aiutare a migliorare il work-life balance

Pompei (Deloitte): GenZ e Millennial hanno portato nel mondo del lavoro grandi cambiamenti per la cultura interna e l'organizzazione

L'inflazione, il cambiamento climatico e il lavoro sono le principali sfide globali che i giovani italiani devono affrontare, secondo la tredicesima edizione della "GenZ e Millennial Survey" di Deloitte. Questo studio globale ha coinvolto oltre 14.000 Gen Z e più di 8.000 Millennial in 44 Paesi. Per la prima volta, l'indagine esplora anche le percezioni dei giovani riguardo alla Generative AI, vista come una tecnologia ancora poco utilizzata sul lavoro ma con potenzialità significative per migliorare l'equilibrio tra vita professionale e personale e liberare tempo per attività creative e strategiche, purché utilizzata nel rispetto di principi etici e con adeguata formazione.

La sensibilità dei giovani italiani verso economia e clima


Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia, sottolinea che i giovani italiani sono particolarmente attenti alle questioni economiche e ambientali. Molti dichiarano di essere pronti a cambiare le proprie abitudini di consumo, scegliendo prodotti e servizi in base al loro impatto ambientale. Secondo Pompei, "le aziende devono sintonizzarsi con questa nuova sensibilità", che evidenzia un cambiamento culturale profondo verso la sostenibilità ambientale e sociale.



Il potenziale della generative AI nel migliorare il work-life balance


Interrogati sulle emozioni suscitate dalla Generative AI, il 29% della Gen Z esprime "incertezza", il 28% "fascinazione" e il 22% "eccitazione". Tra i Millennial, il 33% si dichiara "incerto", il 21% "affascinato" e il 17% "confuso". Anche se la Generative AI è ancora poco sfruttata sul lavoro - la utilizza frequentemente solo il 16% della Gen Z e l'11% dei Millennial - chi la usa di più riconosce le sue potenzialità. Il 47% della Gen Z e il 39% dei Millennial ritiene che possa "liberare tempo e migliorare il work-life balance", una convinzione condivisa dal 73% della Gen Z e dal 78% dei Millennial che la usano spesso. La Generative AI potrebbe anche "liberare tempo per lavori più creativi e strategici", secondo il 47% della Gen Z (78% tra gli utilizzatori frequenti) e il 40% dei Millennial (71% tra chi la usa spesso). Tuttavia, emergono anche preoccupazioni: il 46% della Gen Z e il 41% dei Millennial temono che possa "richiedere una riqualificazione professionale e influenzare le decisioni di carriera", mentre il 55% della Gen Z e il 52% dei Millennial temono che possa "causare la perdita di posti di lavoro".

Solo il 43% della Gen Z e il 34% dei Millennial ritiene che il proprio datore di lavoro li stia formando adeguatamente sulle potenzialità della Generative AI.

Il costo della vita e le preoccupazioni economiche


Per quanto riguarda la situazione economica, solo il 16% della Gen Z e l'11% dei Millennial italiani si aspetta un miglioramento dell'economia generale. Tuttavia, il 31% della Gen Z e il 20% dei Millennial sono fiduciosi in un miglioramento della loro situazione finanziaria personale. La principale preoccupazione rimane il costo della vita, indicato dal 35% della Gen Z e dal 43% dei Millennial. Seguono il cambiamento climatico, che preoccupa il 33% della Gen Z e il 32% dei Millennial, e la disoccupazione, una priorità per il 21% della Gen Z e il 20% dei Millennial. Sebbene i giovani italiani siano meno ottimisti rispetto alla media globale riguardo allo scenario economico e sociale, mostrano una maggiore fiducia nella loro capacità di influenzare positivamente il cambiamento ambientale. Il 62% della Gen Z e il 53% dei Millennial italiani ritengono di avere un'influenza significativa in questo campo. Anche sulla salute mentale e sull'uso etico della tecnologia, i giovani italiani si sentono pronti a guidare il cambiamento.




L'impegno dei giovani italiani per l'ambiente


I giovani italiani si confermano più sensibili al cambiamento climatico rispetto alla media globale: il 68% della Gen Z italiana e il 64% dei Millennial italiani si sentono "preoccupati o ansiosi per il cambiamento climatico". Il 72% della Gen Z e il 77% dei Millennial ha cercato di ridurre il proprio impatto ambientale attraverso azioni concrete. Tra queste, il 37% della Gen Z e il 42% dei Millennial ha rinunciato al fast fashion e un'ulteriore parte intende farlo in futuro. Inoltre, il 28% della Gen Z e il 32% dei Millennial ha limitato o eliminato i voli aerei, e una percentuale significativa prevede di farlo. Adottare una dieta vegetariana o vegana è una scelta per il 30% della Gen Z e il 35% dei Millennial, mentre altri stanno considerando questa possibilità. Lavoro ibrido e benessere

Per quanto riguarda il lavoro, circa il 60% degli intervistati italiani è tornato a lavorare in ufficio, sebbene il lavoro ibrido sia considerato il "new normal". Solo il 10% della Gen Z e il 9% dei Millennial lavora completamente da remoto, mentre il 33% della Gen Z e il 30% dei Millennial opera in modalità ibrida.


 Tra gli effetti positivi del ritorno in ufficio, vengono citati un maggiore coinvolgimento e connessione con l'organizzazione, una migliore comunicazione dal vivo e più interazione sociale con i colleghi. Tuttavia, ci sono anche aspetti negativi come l'aumento dello stress, un maggiore impatto finanziario e una diminuzione della produttività. Questo quadro dettagliato delle sfide e delle speranze dei giovani italiani evidenzia l'importanza di adattare le politiche aziendali e governative per affrontare le loro preoccupazioni e supportare le loro aspirazioni. "L'ingresso della GenZ e dei Millennial nel mondo del lavoro ha portato con sé grandi cambiamenti per quanto riguarda la cultura interna e l'organizzazione delle imprese", spiega Paolo Galletti, Chief Human Resources Officer e People and Purpose Leader di Deloitte. "Tra le evidenze dell'ultima edizione della nostra survey vi è il consolidamento di alcuni trend già emersi nelle ultime edizioni: per GenZ e Millennial il work-life balance, la salute mentale e la possibilità di lavorare da remoto sono ormai considerati priorità quando si sceglie un datore di lavoro.


Grande importanza è attribuita anche al "purpose", ovvero all'insieme di valori che caratterizzano l'azienda di cui si fa parte e che danno al professionista "un senso" che va al di là della retribuzione economica. Per i giovani il "purpose" ha un valore e un ruolo molto più significativo di quello che veniva attribuito dalle generazioni precedenti".

Salute mentale e work-life balance: priorità assolute quando si cerca un nuovo lavoro


Dopo la pandemia i giovani della GenZ e i Millennial hanno messo tra le priorità lavorative il tema della salute mentale. Rispetto agli altri Paesi, gli intervistati italiani riferiscono livelli di benessere mentale inferiori alla media mondiale, anche se c'è un leggero miglioramento rispetto all'anno scorso. I fattori di stress sono simili a quelli della media globale: emergono soprattutto le preoccupazioni economiche a lungo termine, ma sono rilevanti anche lo stress lavorativo per gli orari giudicati troppo lunghi e per la percezione di un mancato riconoscimento professionale.


Gli intervistati italiani, inoltre, sono meno propensi della media globale a ritenere che il loro datore di lavoro prenda sul serio la propria salute mentale: lo pensa il 49% dei GenZ e il 40% dei Millennial. Tuttavia, circa la metà dei giovani afferma che si sentirebbe a suo agio a parlare di salute mentale con il proprio manager (55% della GenZ e 49% dei Millennial).

Purpose: l'importanza di un "senso" oltre allo stipendio per i più giovani


Gli intervistati italiani concordano sul fatto che avere uno scopo è importante per la loro soddisfazione lavorativa e più di tre quarti degli intervistati affermano che il loro lavoro dà loro uno scopo: l'83% dei GenZ e l'81% dei Millennial in Italia ha dichiarato che avere un "purpose" nel proprio lavoro è un po' o molto importante per la soddisfazione e il benessere sul lavoro. Il 77% della GenZ e dei Millennial italiani dichiara che il loro attuale lavoro dà loro un senso. Il 64% della GenZ e il 59% dei Millennial, invece, dichiara di essere abbastanza o molto soddisfatto dell'allineamento tra i propri valori e quelli della organizzazione in cui lavorano.


Allo stesso tempo, i lavoratori italiani, e in particolare i Millennial, sono meno inclini della media mondiale a rifiutare un incarico o un datore di lavoro sulla base della loro etica personale.


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