Oltre 130 titoli dell'indice S&P500 hanno già guadagnato più del 10% dall'inizio dell'anno.
L'economia va a gonfie vele, ma non per tutte la stella brilla, perché aziende come Tesla, Apple, Alphabet e arrancano. Al loro posto, una schiera di titoli meno "famosi", ma con performance incredibile. Ma è davvero una ripresa, o solo un'illusione alimentata da bolle speculative?
L'allargamento del rally è un segnale positivo, certo. Ma non si può ignorare il contesto: l'inflazione è ai massimi da decenni, la guerra in Ucraina incombe, e la crescita globale è incerta.
Follia o speranza? Solo il tempo ci dirà se questo rally è l'inizio di una nuova era di prosperità, o l'ultima bolla prima di un crollo fragoroso.
Intanto, a Wall Street si brinda scommettendo sul futuro. Ma per la maggior parte delle persone, la realtà è ben diversa: prezzi alle stelle, salari stagnanti, e un futuro incerto.
È tempo di chiedersi: chi sta davvero beneficiando di questo boom? E chi pagherà il prezzo, se e quando la bolla scoppierà?
L'economia reale è in sofferenza. Le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, le imprese combattono per sopravvivere. Eppure, la borsa vola.
Anche nel FTSE MIB ci sono titoli che da inizio anno corrono: Banco BPM, Ferrari, Brunello Cucinelli, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Leonardo, Pirelli, Prysmian, Saipem, Stellantis, Unicredit e Unipol, tutte in doppia cifra.
Qualcosa però non torna.
C'è un'evidente disconnessione tra Wall Street e le Borse e il mondo reale. La finanza sembra vivere in una bolla, impermeabile alle difficoltà che attanagliano il resto del pianeta.
È una situazione pericolosa? Ma siamo davvero di fronte a una possibile bolla?
Le Borse sono ancora un termometro affidabile?
Risposte che non conosciamo.
Ma l'unica certezza è che questa crescita non può durare per sempre.
Nel frattempo sarebbe il caso di sfruttarla.