Editoriale
La crisi del Mar Rosso è un problema enorme (e inaffrontato)
Nel caos della crisi logistica delineato dal recente rapporto ICE 2023, emergono sfide significative nei flussi commerciali attraverso il Mar Rosso. È giunto il momento di porre fine alla cecità burocratica e affrontare la realtà senza mezzi termini.
Una Task Force globale: il richiamo alla creazione di task force è solo un primo passo. Estendere il loro potere a tutte le rappresentanze economiche è cruciale, ma dobbiamo chiederci: siamo pronti ad agire o solo a discutere?
L'equilibrio logistico a rischio: la sicurezza delle rotte commerciali è essenziale, ma ignorare quotidianamente le esigenze logistiche è come camminare sul filo del rasoio. Gli impatti degli shock esterni e delle politiche interne sono minacce reali, mettendo in pericolo l'equilibrio delicato che sostiene la competitività aziendale e il benessere della società.
Forse è arrivato il momento, suggeriscono da più parti, di fare proposte Audaci.
La prima è la sospensione del Sistema ETS, ma anche la sicurezza della barriera alpina, o il potenziamento dei servizi ferroviari, o addirittura lo sviluppo di servizi marittimi.
Sono proposte provocatorie, ma il momento richiede un'attenzione e una sensibilità diversa.
È ora di agire con determinazione perché ne va del nostro import ed export.
Le misure per l'import-export richiedono un approccio pragmatico, che significa anche rivedere certe filiere molto dipendenti dall'estremo oriente, o almeno si deve affrontare l'incertezza nei traffici attraverso il Mar Rosso con decisione.
Il tema della logistica, già messo in discussione da parecchio tempo, necessita di essere discusso a livello transnazionale, non basta nemmeno pensare all'Europa.
In conclusione, il rapporto ICE 2023 è un campanello d'allarme, che suona forte e chiaro.
