Se il leader è fagogitato dalla gerarchia - libro "Non morire di gerarchia"
L'evoluzione dell'attuale assetto gerarchico sarà una delle sfide più importanti che le organizzazioni dovranno affrontare nei prossimi anni
Un antico dibattito arrovella esperti di organizzazione e HR: se non ci fosse la struttura gerarchica dove sarei finito? In effetti nelle aziende, fin dalle sferzanti (ma quanto mai vere) parodie di Paolo Villaggio, la struttura organizzativa gerarchica costituisce un totem, sotto la quale si nascondono inefficienze e palesi violazioni del tanto auspicati principi della meritocrazia.
E che la gerarchia costituisca un grave limite per il futuro dell'impresa lo confermano vari dati.

Minor appealing delle imprese sui giovani, elevato numero di dimissioni, distacco dall'ambiente aziendale o, quanto meno, riduzione al minimo della contaminazione spazio - temporale.
Ne tratteggia un interessante affresco, di taglio pragmatico, l'ultimo scritto di Marina Capizzi, "Non morire di gerarchia.
Ridisegnare il campo da gioco per evolvere come persone, team e organizzazioni", fresco di stampa per FrancoAngeli.
L'assunto di partenza è semplice: l'evoluzione dell'attuale assetto gerarchico sarà una delle sfide più importanti che le organizzazioni dovranno affrontare nei prossimi anni.
Occorre pertanto stimolare e arricchire il pensiero sulla gerarchia e aprire prospettive di riflessione inedite e sorprendenti che ci aiutino, prima, a ridisegnare mentalmente il campo da gioco e, quindi, per chi vorrà , a muovere i primi passi in una direzione nuova, che faccia evolvere persone, team e organizzazioni.