Data democratization: 4 fattori per non perdere il controllo dei dati
Andrea Zinno (Denodo): vivere in un contesto democratico dei dati vuol dire rendere possibile a ciascuno l'uso dei dati dei quali ha bisogno, garantendo al tempo stesso che tali dati siano effettivamente utilizzabili
La democratizzazione dei dati è un vero e proprio obiettivo per tutte quelle aziende che ritengono che ogni dipendente dovrebbe essere in grado di utilizzare e analizzare i dati in modo autonomo.
Tuttavia, spesso ci si trova di fronte al timore per cui, se i dati sono disponibili per tutti senza restrizioni, si rischia di perderne il controllo.
Denodo - leader nella gestione dei dati - ha quindi identificato 4 assiomi per sfruttare al meglio soluzioni basate sulla data virtualization, come il moderno Data Fabric, garantendo l'accesso ai dati a chi ne ha bisogno, ma mantenendone al contempo il pieno controllo.

"La Data Democracy, come peraltro la Democrazia in generale, si fonda non solo sull'enunciazione dei diritti e dei doveri, ma nel fare in modo che i primi siano facilmente esercitabili e lo siano nel facile rispetto dei secondi.
Se un diritto non è facilmente esercitabile, infatti, diventa un privilegio, cosa che mina alla radice il senso stesso di Democrazia.
Vivere in un contesto democratico dei dati vuol dire quindi rendere possibile a ciascuno l'uso dei dati dei quali ha bisogno, garantendo al tempo stesso che, in base alle regole definite e senza creare un onere aggiuntivo per l'utente, tali dati siano effettivamente utilizzabili", spiega Andrea Zinno, Data Evangelist di Denodo.
1 - Controllo degli accessi in base ai ruoli aziendali
La democratizzazione dei dati si fonda sul principio secondo cui ogni dipendente, in autonomia, deve poter utilizzare i dati dei quali ha bisogno e quale che sia l'uso che ne deve fare.