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22/02/2023

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Giuseppe Di Franco (Atos): i digital twins per trasformare l'economia del Paese

Una ricerca, condotta con The European House - Ambrosetti, per comprendere come si possa aumentare il PIL dell'Italia con i gemelli digitali

Creare modelli digitali di sistemi reali, replicare le loro caratteristiche esatte per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi, aumentare la produttività: non sono una visione a lungo termine ma applicazioni concrete che già oggi sono molto diffuse nei settori industriali italiani, con molte potenzialità ancora inesplorate.
Secondo uno studio di Atos Italia e The European House - Ambrosetti, l'impatto dei Digital Twin, i gemelli digitali, sull'economia e sulla società italiana, sarà davvero interessante. Se li si usasse in modo sistematico nei diversi settori produttivi e campi di applicazione tecnologica, questo porterebbe a un aumento strutturale del PIL italiano di 12 miliardi di euro (+0,7%), un aumento della produttività del settore manifatturiero del +4,5%, e una diminuzione delle emissioni da gas serra di 30 milioni di tonnellate di CO2 (il -7,3% di emissioni CO2 in Italia rispetto al 2021 e il 23% del totale di emissioni che l'Italia deve abbattere entro il 2030), oltre che a un taglio dei costi della bolletta energetica nazionale tra il 16% e il 33%.

Insomma, l'utilizzo dei Gemelli Digitali è una frontiera davvero affascinante e di grande valore industriale.
C'è una diretta e indiretta conseguenza dell'applicazione strutturale di modelli predittivi migliorativi delle attuali attività economiche, sociali, industriali, come emerge dallo studio di oltre 60 casi specifici già operativi.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Di Franco, Presidente e Amministratore Delegato di Atos Italia



Oggi le aziende hanno necessità di essere supportate in questa fase di cambiamento?


Hanno bisogno prima di tutto di una guida, soprattutto di pensiero e una guida anche di ambizione. Penso che un elemento determinante nell'evoluzione del digitale sia comprendere che questa tecnologia è in realtà un insieme di tecnologie e un insieme di trasformazioni organizzative, delle risorse e delle competenze che vanno in qualche modo orchestrate.
Credo che in questo evento "Digital Twins for the Twin Transition" abbiamo avuto la dimostrazione concreta che grandi aziende sono già molto impegnate in questi temi, sia dal punto di vista infrastrutturale, come ad esempio il Cineca con le sue performance computing, una pietra miliare del nostro sviluppo digitale.

Abbiamo sentito grandi esperienze svolte in Snam sulle reti elettriche e sulle reti gas. Direi che l'intero ecosistema nazionale ci ha fatto vedere quanto il digitale sia un elemento attuale, un elemento nel quale le imprese e le istituzioni investono per il futuro del Paese e che quindi richiede competenze non trascurabili
L'aspetto che oggi più mi preoccupa nell'evoluzione di questa dimensione è proprio l'aspetto della competenza ed è il motivo per cui in questo evento abbiamo inteso coinvolgere istituzioni e importanti università per porre il tema della centralità delle competenze digitali e delle competenze necessarie allo sviluppo del Paese. Al centro di questa discussione. Competenze che sono sempre state una carenza notevole e in un mondo che sta cambiando rapidamente non si creda. Oggi abbiamo il quarto computer più veloce al mondo, non ci saremmo mai immaginati.

Anche queste sono sfide nuove.


Io credo che la parola chiave sia ambizione. Noi crediamo che oggi non possiamo limitarci, come ha detto qualcuno proprio nel convegno, a fare da arbitri o da spettatori, peggio.

Un'evoluzione importante della tecnologia che c'è negli Stati Uniti o in Cina. L'Europa, per poter avere la propria sovranità politica, ha bisogno di avere la propria sovranità tecnologica e quindi di avere competenze per poter essere al pari dei grandi player. Questo preserverà il nostro futuro e il futuro dei nostri figli. Oggi essere fuori dalla tecnologia significa essere fuori dal nostro futuro e questo non lo dico io. Lo dice Ursula von der Leyen mettendo al centro del programma della Commissione europea oggi Roberto Viola.
Ci sono anche  tanti elementi concreti. Ne ha citato qualcuno anche tu, come la performance computing. Ormai potrei aggiungere anche, per esempio Gaia X come elemento di scambio dei dati e come tante grandi iniziative che devono riportare l'Europ,a e quindi anche l'Italia, ad una dimensione tecnologica sempre più forte



Atos oggi ha un ruolo polarizzante.


Colgo l'occasione per un amarcord personale. Quando ho iniziato a lavorare, quando si parlava di informatica, si parlava sempre di tecnologia abilitante e vivevo sempre con questa espressione, con un po' di frustrazione nel non cogliere la dimensione strategica dell'evoluzione tecnologica che avevamo di fronte a noi.

Credo che oggi la presenza, anche in un evento come questo, di persone autorevoli e importanti, di business e facenti parte di un ecosistema più ampio, dimostri quanto questi elementi siano diventati di per sé stessi parte del business. Abbiamo visto quanto questo tema del Digital Twin diventi un elemento portante. Le strategie di grandi gruppi come Leonardo, come Enel, come Terna, grandi multinazionali che pongono l'elemento progettuale e di gestione all'elemento evolutivo tramite il Digital Twin al centro della loro strategia



Come è cambiato il suo ruolo, a livello personale e di azienda?


Il mio ruolo, direi, è cambiato sostanzialmente dal diventare da un soggetto che, a fronte di determinate specifiche, deve realizzare una soluzione a un soggetto che deve proporla, deve immaginarla e farsi parte attiva di un percorso di business. Un tempo ci organizzavano per tecnologie, oggi ci dobbiamo organizzare per i processi dei clienti, perché l'obiettivo non è quello di automatizzare una cosa che esiste, ma di pensare una cosa nuova.






Un consiglio ai giovani che si avvicinano al digitale e alle discipline STEM?


Credo che debbano seguire le loro capacità e le loro curiosità. Penso che l'elemento più importante sia imparare ad imparare. Molto difficile oggi poter indicare una disciplina rispetto ad un'altra perché nel digitale i cambiamenti sono rapidi e nessuno è capace di prevedere il futuro. Sono invece convinto che oggi le aziende hanno bisogno di persone duttili, rotonde, capaci di imparare e capaci di adattarsi a un contesto che cambierà a una velocità supersonica. Quindi, qualunque cosa possa identificare oggi tra le necessità, fra cinque anni sicuramente sarà superata.
Quindi quello che è molto importante è che i giovani approccino il mondo con l'ottimismo e la voglia di imparare cose nuove.  


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