Governance ai più meritevoli - Libro "La governance meritocratica"
Come si distingue la buona governance? Quali sono i requisiti di un Consiglio di Amministrazione all'altezza delle sfide attuali? E come si libera il suo potenziale? Come si integra tutto ciò nelle nostre PMI?
Da tempo si narra che una delle cause del cronico ritardo del nostro Paese, della sua incapacità di crescere come altre nazioni fanno, della scarsa propensione dei giovani laureati a restare entro i confini nazionali sia l'assoluta carenza di meritocrazia.
E' vero, ma qualcosa occorre fare, magari partendo dal mondo del lavoro e da qui cercando di cambiare la mentalità della classe politica e del mondo del sapere.
A questa complessa questione, e alla sua influenza nella gestione delle PMI, autentico polmone economico e sociale del Paese, dedica un interessante scritto Silvia Stefini, Amministratore indipendente e studiosa di governance da più di trent'anni, dal titolo "La governance meritocratica.

Storie di talento e d'impresa sostenibile", edito da Guerini e Associati.
Tutto parte da alcune semplici domande: come si distingue la buona governance? Quali sono i requisiti di un Consiglio di Amministrazione all'altezza delle sfide attuali? E come si libera il suo potenziale? Questioni, come ricordato da Roger Abravanel nella prefazione "la sfida della governance delle FOB italiane (Family Owned Business) che vogliono sopravvivere e crescere in questo nuovo contesto ma molto al di là della governance illustrata in questo saggio, quella dei Codici di autodisciplina, della composizione dei consigli e della separazione tra il ruolo del presidente e quello dell'AD.
Sono necessari nuovi modelli di governance con la G maiuscola, quella del trovare la migliore proprietà dell'azienda che in molti casi significa aprire all'esterno della famiglia".